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João Inácio Piá: “Molti club avevano cercato Samuele, poi abbiamo scelto Dortmund. Nazionale? Grande emozione”

Samuele Inácio interna
Samuele Inácio

Tra aneddoti, retroscena di calciomercato, Nazionale e sogni: la storia di Samuele Inácio raccontata dal papà João Piá. 

Una storia di fútbol che si tramanda di padre in figlio. Nel mezzo qualche altra passione senza mai perdere il focus sull’obiettivo principale. Tra curiosità, Nazionale e sogni: il racconto di João Inácio Piá sul figlio Samuele. Iniziamo dal presente. L’attaccante classe 2008 qualche giorno fa, con una doppietta, ha ribaltato la partita contro il Belgio con la maglia azzurra. Giovedì 29 maggio gli Azzurrini dell’Under 17 affronteranno così in semifinale dell’Europeo il Portogallo.

Non eravamo presenti, l’abbiamo visto in tv. Non doveva giocare, è partito dalla panchina per poter riposare insieme ad altri suoi compagni. Alla fine il mister l’ha messo in campo e ha avuto la bravura di fare due gol e dare i tre punti. Anche se l’Italia era già qualificata l’autostima sicuramente aumenta. Quando è entrato in campo è stato bravo a farsi trovare pronto“, ha esordito João Inácio Piá, ai microfoni di gianlucadimarzio.com, parlando di quel match.

Continua poi parlando della sua esperienza in Nazionale: “Sono 3 anni che è in Nazionale. Samu è uno dei pochi ragazzi che c’è dalla prima amichevole fatta con l’Under 15 con Favo. Tutte le volte che arriva la convocazione è sempre emozionato e in agitazione per dimostrare quello che è il suo valore, quello che vuole fare“.

E poi il grande rapporto con l’allenatore: “Vive con molta serenità ed entusiasmo soprattutto per il fatto di aver Favo da molto tempo. È un allenatore che a lui dà tantissimo, gli dà fiducia, gli dà la possibilità di esprimersi al massimo e lui sta ripagando sul campo“.

Scelte importanti

Dall’emozione della maglia azzurra si passa a dove tutto è iniziato. “Samu è stato 10 anni a Zingonia con l’Atalanta, è arrivato che aveva 6 anni, è stato uno dei primi della sua annata ad arrivare in squadra. Come papà ma anche ex giocatore ringrazio il club per come l’ha trattato, per come è cresciuto e per tutto quello che gli ha trasmesso“, commenta Piá. “Arrivato a un certo punto voleva fare un’esperienza all’estero vedendo anche quale era stato il mio percorso da giovane. Lui era affascinato dal provare a cambiare“.

Poi la voglia di provare qualcosa di nuovo lo spinge a voler lasciare Bergamo. Inizia quindi la scelta per il nuovo club: “Ci sono state situazioni di grandi società che si sono fatte avanti come il Bayern Monaco, Manchester City, l’Atletico Madrid e il Borussia Dortmund. Con l’Atalanta abbiamo parlato tantissimo però lui aveva questa voglia di cambiare e noi come genitori abbiamo appoggiato la sua decisione. Lui è felicissimo a Dortmund, ormai è passato già un anno, si è trovato benissimo. Nella scelta ha giocato un ruolo fondamentale il progetto tecnico, la chiarezza e il modo in cui il club lo vuole preparare per quello che sarà il calcio dei grandi dove ci saranno poi tante pressioni“. Arrivato in Germania ha giocato sia con l’Under 19 sia con l’U17 e anche in Youth League collezionando 3 gol e 9 assist in 34 presenze.

Borussia Dortmund, Samuele Inácio

Tra passato e futuro: il racconto di João Inácio Piá sul figlio Samuele

Prima di passare ai capitoli futuri, bisogna soffermarsi però sul passato e sulla personalità del classe 2008: “Samu ha fatto break dance tanti anni da piccolo. Dopo gli allenamenti a Zingonia andava a fare lezione due volte a settimana. Ha portato avanti questa passione fino a quando è riuscito poi ha smesso per i vari impegni. È sempre stato un ragazzo curioso verso lo sport, organizzava spesso partitelle al campetto. Poi ha iniziato a giocare seriamente anche lui. Si vedeva che aveva qualcosa di speciale“.

Proiettandoci al futuro, infine, un augurio per suo figlio: “Si spera sempre che i figli possano raggiungere il massimo. Gli auguro di fare e vincere la coppa del mondo, la Champions, di fare il massimo che lui possa raggiungere. Il primo augurio però è raggiungere la prima squadra del Dortmund e giocare davanti a 90mila persone. Ho visto quest’anno la realtà del Borussia, la squadra, il tifo, il vivere la squadra e la domenica. Sinceramente gli auguro di poter raggiungere la prima squadra. Poi percorso facendo si vedrà“. Da padre in figlio la passione per il calcio si continua a tramandare. In casa Piá vige solo una regola: non smettere mai di sognare. Perché come dice Ligabue: “sono sempre i sogni a dare forma al mondo“.