Una storia di vita. E, insieme, una storia di calcio. E' quella che vede come protagonista il difensore dell'Eintracht Francoforte Jetro Willems. Secondo quanto riportato dal The Sun, il calciatore classe 1994 ha raccontanto la sua particolare infanzia ai microfoni di Andy Van der Meyde.
Il calcio come speranza. Il calcio come salvezza, proprio come ha confessato il nazionale olandese: "A un certo punto abbiamo finito i soldi a casa, anche quando i miei avevano un lavoro non bastavano comunque per vivere. Quindi mia madre e mio padre hanno deciso che qualcuno di noi avrebbe dovuto fare da corriere per la droga".
Il calciatore ha poi continuato: "Gli adulti venivano controllati dalla polizia molto più dei bambini, così mi sono sacrificato io. I miei mi hanno spiegato bene come fare, non era una cosa bella nè semplice, ma per la mia famiglia andava fatto e basta. Mi hanno incollato la droga attorno alle gambe. Io mi sentivo strano, però sapevo che era l'unico modo per salvare la mia famiglia dalla povertà".
Infine ha concluso: "I miei in seguito hanno trovato un lavoro e le cose sono migliorate per fortuna. E' stato come liberarsi di qualcosa di male, come rivedere la luce. Tutto ciò che desideravo era di non dovermi trovare di nuovo in quella situazione. Ho detto ai miei genitori che tutto quello che avevano guadagnato potevano donarlo a mia sorella. A me bastava un pallone e proprio il pallone ha cambiato la mia vita".
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