Interviste e Storie

Il Leicester lancia Monga con una maglia “speciale”: chi è il wonderkid già seguito dalle big inglesi

Jeremy Monga, Leicester (imago)

A causa della sua giovane età ha dovuto giocare con una maglia senza sponsor. Così il 2009 Jeremy Monga è diventato il secondo più giovane esordiente della storia della Premier League

Della stagione del Leicester in Premier League c’è davvero poco da salvare. Le foxes si trovano al penultimo posto in campionato, a -15 dalla zona salvezza e con una retrocessione aritmetica che è sempre più vicina.

Con ogni probabilità, la prossima annata quella del primo decennale della storica vittoria della Premier League, la ricorderanno dal purgatorio della Championship, ben lontani dai fasti dei tempi di (Sir) Claudio Ranieri.

Se quella squadra fu capace di emozionare il mondo intero con un’impresa forse irripetibile, oggi però non siamo qui per parlarvi del buio momento del Leicester. Perché, se il presente non sorride, la squadra inglese ha già gettato uno sguardo al futuro. Una speranza. Una luce in mezzo alla nebbia della deprimente sconfitta per 0-3 contro il Newcastle, l’ottava consecutiva in campionato.

Con la partita chiusa praticamente dopo mezz’ora di gioco, nel secondo tempo Ruud Van Nistelrooy fa un cambio che, inevitabilmente, non passa inosservato. Al 74′ esce El Khannouss, al suo posto entra un ragazzino che si nota anche solo per una maglia diversa da quella dei suoi compagni. Non ha lo sponsor, ha il numero 93 ed è all’esordio in Premier League. Si chiama Jeremy Monga. Data di nascita 10 luglio 2009.

La maglia senza sponsor

Sembra un episodio quasi da calcio dilettantistico, ma è successo davvero in Premier League. Il quindicenne Jeremy Monga ha fatto il suo esordio con una maglia senza il main sponsor del Leicester, a differenza di tutti i suoi compagni. Il motivo è legato alla sua minore età e allo sponsor BC GAME, piattaforma online di gioco d’azzardo e criptovalute. Visivamente stona un po’, ma il regolamento della Premier parla chiaro: i calciatori minorenni non possono esporre loghi di app o brand di scommesse. Se entra in campo, deve farlo con una maglia “pulita”.

E così ha colpito ancora di più il debutto del giovanissimo Monga negli ultimi 16 minuti di Leicester-Newcastle, che l’ha fatto diventare il secondo esordiente più precoce di sempre in Premier League (15 anni, 8 mesi e 28 giorni), con soli 3 mesi di ritardo rispetto a Ethan Nwaneri dell’Arsenal (15 anni, 5 mesi e 28 giorni). Parlando di record, si è accontentato di diventare il più giovane ad aver messo piede in campo in questa stagione, oltre a esordire con la squadra con cui è cresciuto fin dalle giovanili. E se fa effetto pensare che quando il Leicester di Jamie Vardy si laureava campione d’Inghilterra lui non aveva ancora compiuto 7 anni, lo fa ancora di più il fatto che ora si sia ritrovato a condividere il campo con lui.

Ruud Van Nistelrooy (imago)

Gli occhi delle big su Jeremy Monga

Mentre per i più si è presentato in campo da perfetto sconosciuto, il suo nome è già ben noto in patria agli addetti ai lavori. Veste già da tempo la maglia dell’Inghilterra, prima con l’Under 15 e ora con l’Under 16 ed è la stellina dell’academy del Leicester. Di ruolo è un’ala sinistra e in stagione ha giocato sia con l’Under 18 che con l’Under 21 delle foxes. E, non a caso, su di lui ci sono già gli occhi di big inglesi come Manchester United, Manchester City e Liverpool.

Ma il Leicester per ora se lo tiene stretto e potrebbe presto farlo salire stabilmente in prima squadra. Parola di Van Nistelrooy: “Si tratta di un fantastico talento, si meritava spazio e speriamo che presto ne abbia ancora“. Ovviamente, studi permettendo: “Le occasioni per averlo con noi in squadra, purtroppo, sono davvero limitate: deve andare a scuola, deve seguire un certo percorso, non possiamo forzare troppo“. Senza correre troppo, però, Monga ha già fatto uno scatto verso il futuro. Potrebbe partire da lui la rinascita del Leicester.

Simone Solenghi

Nato nel 2003 e cresciuto a Piacenza, da sempre vivo a San Nicolò, il paese degli Inzaghi. Mi accomuna a loro la passione per il calcio, nata dalla prima volta in cui andai allo stadio con mio nonno. Con la palla non ho la stessa qualità, quindi ho preferito passare dal campo alla tastiera. Dalle telecronache delle mie partite alla playstation sono così passato ai primi articoli su Serie C e D. Il racconto dello sport mi affascina da sempre, ora sogno di farne il mio lavoro.

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