Chi è Javi Guerra, l’obiettivo del Milan che “studia” Busquets e Kroos

Alla scoperta di Javi Guerra: chi è il centrocampista del Valencia nel mirino del Milan
Un gol strepitoso all’incrocio dei pali contro il Valladolid al 93esimo minuto, i 50mila del Mestalla che gridavano a squarcia gola il suo nome e il Valencia che si allontanava in maniera definitiva dalla zona retrocessione. Così, un paio di stagioni fa, Javi Guerra si fece conoscere in tutta la Liga. E ora il Milan l’ha individuato come obiettivo per rinforzare il proprio centrocampo.
Dopo aver chiuso l’accordo per Luka Modric, i rossoneri hanno messo gli occhi sul calciatore classe 2003 di proprietà del Valencia. Un centrocampista completo, che sa abbinare la forza fisica alla qualità che passa dai suoi piedi.
Cresciuto nel settore giovanile del Villarreal è sbarcato al Valencia, nella formazione under 18, nel 2019 per 500mila euro. Preparare i ragazzi al salto in prima squadra è la prima regola dei Murcielagos. Che sia per necessità o meno, da quelle parti poco importa: quando c’è da pescare nell’academy lo si fa senza paura. E Javi Guerra è un’esempio virtuoso.
Ecco chi è l’obiettivo del Milan, ragazzo pacato che ricorda con affetto i viaggi in treno con il nonno per recarsi al campo d’allenamento e al quale non interessa vivere nel lusso, tantomeno ama la luce dei riflettori. Ma quando scende in campo si trasforma.
Oltre il calciatore: le origini di Javi Guerra
“Non cambierei nulla. Non ero maturo, ma non vedevo in loro alcuna fiducia nei miei confronti e quindi decisi di cambiare squadra. Il Valencia si fidava di me, a quanto pare ho fatto la scelta migliore”, ha dichiarato Javi Guerra in un’intervista rilasciata a El Mundo parlando del suo passato al Villarreal. Nella cantera del Submarino Amarillo ha trascorso 10 anni, e quello che ricorda con più affetto sono i viaggi in treno con suo nonno (che non aveva la patente) dagli aranceti della Sierra Calderona al centro d’allenamento: “Che tenerezza ripensare a quando, durante il viaggio, mi aiutava a togliermi la divisa scolastica per mettermi quella d’allenamento. A lui non interessava il calcio, ma poi cominciando a seguirmi si è appassionato”.
Ora che ha 22 anni, Guerra la patente l’ha presa. Non gli interessa però guidare auto di lusso che danno nell’occhio: la Skoda che gli ha fornito il Valencia va più che bene: “Non ne voglio altre, che cosa me ne farei? Ci sono già tre macchine in famiglia, non ho bisogno di acquistarne di nuove. Sto benissimo così”. Sfarzosità e appariscenza non sono dunque due termini presenti nel suo vocabolario. Il padre, Paco Guerra, l’ha descritto a Relevo come “timido, introverso e silenzioso. Non gli piacciono i social, posta solo il minimo indispensabile. Non ama nemmeno il clamore mediatico, preferisce di gran lunga starsene tranquillo a casa a guardare le serie tv”.
Regia ma anche incursione: le caratteristiche di Javi Guerra
Se nel privato Javi Guerra viene descritto come pacato e a volte pigro (ogni giorno si concede una siesta di due ore) sul campo si trasforma del tutto. “Ha carattere e lampi di genio”, ha ammesso suo padre. Miguel Angulo, suo ex allenatore nella seconda squadra del Valencia, ha detto di lui: “È capace di generare situazioni offensive partendo da una posizione bassa. Ha una grande visione di gioco ed è potente quando penetra le difese avversarie. Se fai possesso palla con l’avversario che ti aspetta, un mediano tecnico come lui ti si addice perché è abile nell’impostare l’azione. In altri tipi di partite, più fisiche, può giocare benissimo da mezzala“. Un centrocampista versatile che sa destreggiarsi sia giocando in posizione arretrata come regista sia come incursore. “Cerco di imparare da giocatori come Busquets, Kroos, Parejo e De Jong per migliorarmi”, ha svelato il classe 2003.
Quest’anno ha messo a referto 3 gol e 3 assist in Liga, ma il suo obiettivo è aumentare il numero di reti perché il senso del gol ce l’ha eccome: “Baraja (ex allenatore del Valencia, predecessore di Corberàn ndr) mi diceva di tirare di più, che ho un buon tiro e che se ho spazio, dovrei provarci con più convinzione. È quello che intendo fare”. Chissà però se aumenterà il proprio bottino realizzativo con la maglia del Milan o con quello di un’altra squadra. Intanto, i più curiosi lo possono ammirare in azione all’Europeo Under 21 che si sta giocando in Slovacchia in cui ricopre un ruolo cardinale nella Spagna di Santiago Denia. Un palcoscenico importante in cui mettersi in mostra dopo aver ammaliato il Mestalla e forse, nel prossimo futuro, prima di fare lo stesso anche a San Siro.