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Jardel, dal rischio di morte al possibile arrivo alla Lazio

Sfortunato, giramondo ma infine rinato. Tre parole che da sole potrebbero sintetizzare la carriera di Jardel Nivaldo Vieira, difensore del Benfica che tanto piace alla Lazio ed a Tare in particolar modo. Forse si potrebbe aggiungere anche ‘roccioso’ nella descrizione, ma le qualità in campo inizialmente passarono in secondo piano per lasciar spazio all’infermeria. Sì, perché il classe ’86 brasiliano fino alla soglia dei 23 anni aveva avuto un inizio di carriera ad dir poco in salita: una miriade di infortuni ed altrettante maglie cambiate, sempre in Brasile tra Avaí, Vitória, Santos, Iraty, Joinville, Deportivo Brasil ed Ituano.

Il periodo più difficile coincise particolarmente con l’esperienza al Santos ed al Joinville, quando la pubalgia prima ed una misteriosa infezione poi rischiarono di estrometterlo per sempre dal campo anzi, a causa di quest’ultima rischiò addirittura la morte. E fu lui stesso a parlarne così in un’intervista a ESPN: “Mi stavo allenando molto bene, ma a causa della pubalgia non riuscivo a giocare. Sono stato fermo a lungo, tra il trattamento e l’operazione. Dopo aver praticamente recuperato nel mese di novembre, sono andato a un paio di volte in panchina, senza però mai giocare – continua – Ma al Joinville ho raggiunto l’apice della sfortuna e ho preso una misteriosa infezione: sono stato ricoverato sette giorni isolato col rischio di morte. Nessuno sapeva quello che avevo”. Fortunatamente tutto si risolse e da quel momento incominciò la rinascita. La luce in fondo al tunnel. Arrivò così in Portogallo nel 2009 all’Estoril Praia per poi passare all’Olhanense ed infine al Benfica nel 2011, per rimpiazzare quel David Luiz appena venduto al Chelsea.

Il primo anno al ‘Da Luz’ non fu esattamente positivo visto che faticava a trovare spazio, tanto che già nel 2012 la Lazio tentò di acquistarlo ma infine non se ne fece nulla. Nei 4 anni successivi il giocatore però è riuscito a diventare un perno delle ‘Aquile’ anche grazie al compagno di reparto Luisao, definito dallo stesso “un grande amico”. Le ‘aquile’ del Benfica e l’aquila simbolo della Lazio: forse più di un semplice caso nel destino di Jardel. L’ultimo scoglio da superare per i biancocelesti rimane il costo del giocatore ma soprattutto cartellino a metà tra Benfica e la ‘Traffic Sport’, un gruppo privato brasiliano, ma chissà che in attesa di scoprire chi sarà il nuovo allenatore la Lazio possa già abbracciare il suo nuovo difensore centrale. La volontà del giocatore è nota da tempo: con l’eventuale sbarco a Roma il cerchio della definitiva rinascita potrebbe essere finalmente chiuso.

Alberto Trovamala

Redazione

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