Izzo, difensore del Monza (IMAGO)
Nella prima giornata di Serie B il Monza riparte con e grazie a uno dei suoi simboli: Armando Izzo. Decisivo il suo gol nella vittoria contro il Mantova.
“Tu sei uno che ha le palle”. Con queste parole Adriano Galliani aveva accolto Armando Izzo Monza. E per questo motivo lo aveva chiamato in Brianza. Per il suo essere riferimento e simbolo. In campo e in spogliatoio.
E, a distanza di anni, non si era sbagliato. Di cose ne sono cambiate da quel giorno. Il Monza aveva appena conquistato la promozione in Serie A e si preparava a grandi stagioni. Ora quella stessa squadra ha cambiato società e deve ripartire dalla Serie B.
Già, ripartire. Doveva farlo e l’ha fatto. Prima in estate con la chiamata di Paolo Bianco e la conferma di gran parte della rosa, poi in campo nella prima giornata di campionato. E l’ha fatto proprio con quell’uomo “con le palle” chiamato da Adriano Galliani.
Capitano in campo, anche senza fascia, leader della difesa, anima della squadra. E con il gol decisivo nell’1-0 contro il Mantova. Uno stacco in quell’area di cui è padrone in difesa e, questa volta, anche in attacco. Ma l’importanza di Armando Izzo va oltre la “sola” rete. La sua espressione racconta e contiene molto altro. La storia di un ragazzo che ce l’ha fatta e vuole farcela. Una volta ancora.
La storia del piccolo Armando inizia tra le strade di Scampia. Con i palloni portati dal papà quando tornava dai mercati in cui lavorava. Con dei sacchi per fare delle porte e partite infinite con gli altri ragazzi del quartiere fino a notte inoltrata. È sempre il primo a essere chiamato quando vengono formate le squadre. Un talento diverso. E un pallone che è e diventa l’unica salvezza in un ambiente difficile. Un’opportunità dove le possibilità sono poche. Soprattutto quando il papà muore per la leucemia. Armando ha solo 10 anni, è il più grande tra i fratelli. È lui l’uomo di casa. È lui il bambino che aiuta la mamma che lavora ogni giorno per mantenere la famiglia.
Giorno dopo giorno, anno dopo anno. Arriva la chiamata del Napoli. Il suo Napoli. Il Napoli di Maradona e del suo papà. Il sogno prende forma, ma i soldi sono pochi. Talmente pochi da non potersi permettere delle scarpe da corsa da utilizzare nel suo primo ritiro con la prima squadra. Ci pensa Mazzarri a comprargliele. Con l’allenatore nasce un rapporto che durerà negli anni, tanto da rincontrarsi nella Torino granata.
Armando ce la fa. Si costruisce una storia e una carriera fatta di Serie A, carattere e determinazione. E lo fa anche con la fine della sua storia in Piemonte, ripartendo dal Monza neopromosso. Lo chiama Galliani, ha bisogno del suo carattere e di quelle “palle” che l’hanno portato fino a lì. Izzo in poco diventa, una volta ancora, quello che è sempre stato: un riferimento.
E lo fa anche nei mesi più difficili per il Monza. I mesi della scorsa stagione in cui nulla sembra funzionare. La squadra va male, i brianzoli tornano in Serie B. Il nuovo Monza riparte dal suo vecchio simbolo. “Sembra che ci conosciamo da una vita”, spiega Paolo Bianco. Insieme guidano la squadra. Uno in campo, uno in panchina. Il Monza vuole risalire. Ha iniziato a farlo dalla prima giornata con il gol del suo numero 4. Rialzare la testa.
Le scelte ufficiali di Pisacane e Vincenzo Italiano per la gara tra il Cagliari e…
Le formazioni ufficiali della gara tra il Parma di Carlos Cuesta e il Genoa di…
Il Como fa entrare Jacobo Ramon dopo il forfait nel riscaldamento: il cambio di Fabregas.…
Il difensore del Como segna proprio contro quella che sarebbe potuta essere la sua prima…
Per la panchina dello Spezia prende sempre più quota il nome di Guido Pagliuca: contatti…
Le possibili scelte di Ivan Juric per la gara della sua Atalanta contro la Lazio…