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Iturbe: “A Roma ero il più felice al mondo. Voglio tornare in Italia per dimostrare chi sono”

Juan Manuel Iturbe oggi gioca al Pumas UNAM, in Messico. Quando lo chiamo ha appena finito di mangiare la sua pasta con il pollo dopo l’allenamento. In Liga MX mancano solo due giornate al termine e i 30 gradi si fanno sentire per tuttiLa sua squadra sta lottando per ottenere un posto nei playoff del campionato di clausura.

Nel torneo di apertura erano riusciti ad arrivare in finale, poi sfortunatamente persa contro il Leon. Fortuna che non è dalla parte di Juan al suo arrivo in Messico. Dopo le esperienze in Italia con Hellas Verona, Roma e Torino, approda al Club Tijuana e, dopo la prima stagione, nel gennaio 2018 si rompe il crociato anteriore. Ai microfoni di gianlucadimarzio.com ha parlato di come ha superato questo brutto infortunio e di tanto altro ancora.

 

LA FIGLIA OLIVIA

Otto mesi tra operazione, riabilitazione e recupero per tornare in campo, resi meno duri grazie a sua figlia: “Mi sono infortunato alla terza partita purtroppo. Poi, però, è nata mia figlia Olivia. Lei mi ha dato la forza per superare il brutto momento e io ho approfittato per restare con lei perché era la cosa migliore che mi fosse capitata”.

 

ROMA È ROMA

Anche a Roma ha avuto qualche problema fisico, ma all’epoca la voglia di consacrarsi nel calcio che conta sembrava potergli far superare ogni ostacolo. Ecco perché il ricordo resta indelebile: “Per me la Roma è stata la squadra più bella in cui abbia giocato. Quando sono arrivato ero il ragazzo più felice del mondo”.

Quell’anno, poi, è arrivata solo la qualificazione alla Champions League, che era l’obiettivo più importante, ma anche nei momenti più difficili Juan ha sempre sentito il sostegno dei senatori come Francesco Totti e Daniele De Rossi: “Loro mi sono stati sempre vicino, rassicuravano me e la squadra. Poi è andata come è andata ma così è il calcio, c’è sempre il tempo per avere una rivincita e fare bene”.

Bene non sta facendo in campionato la Roma, ma secondo l’attaccante paraguaiano ci sono buone possibilità di vincere l’Europa League: “Ha fatto una grande partita contro l’Ajax. Se vincessero sarebbe una cosa bellissima. Dzeko è un centravanti molto forte e con lui anche la squadra è più forte”.

 

LA NOSTALGIA DI VERONA

Nella città eterna Iturbe avrà sicuramente ammirato il Colosseo, ma prima ha visto l’Arena di Verona.

Con l’Hellas ha vissuto la sua prima (e spettacolare) stagione in Serie A, sorprendendo tutti a soli vent’anni, da promessa del Porto a brillante realtà del nostro campionato. Tanto da far litigare sul mercato Juventus e Roma: dribbling, velocità e 8 reti segnate. A fine stagione tutti gli occhi delle grandi sono su di lui: “Subito non mi hanno detto che mi volevano vendere. Poi giorno per giorno hanno visto che c’erano tantissime squadre interessate e hanno fatto una scelta, ma io non avevo l’intenzione di andare via. Ancora oggi sento a volte Luca Toni ed è sempre bello ricordare tutto quello che abbiamo fatto quell’anno: siamo quasi arrivati in Europa League e all’inizio dovevamo solo salvarci”.

Tanta Italia nella storia di Juan, arrivato giovanissimo, a giugno compirà 28 anni e anche il suo contratto con il Pumas andrà in scadenza: “In tanti mi avevano chiamato e sto lavorando per tornare. Voglio tornare. Non tanto perché mi manca ma perché voglio fare vedere a tutti che posso stare lì”.

Ti aspettiamo presto Juan. Forse qui siamo tutti un po’ più pazzi per il pallone ma da noi poi si mangia anche meglio, vero? 

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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