Interviste e Storie

Exploit USA U20, Pezzano: “Non è una sorpresa. C’è un chiaro processo di progettualità”

Giuseppe Pezzano

La nostra intervista a Giuseppe Pezzano, pioniere del calcio italiano negli USA. Ecco i segreti dell’exploit americano nel mondiale u20 contro gli Azzurri

Un sistema chiaro. E con un processo di progettualità ben definito. L’exploit degli Stati Uniti nel Mondiale u20 sono il perfetto esempio di un movimento che continua a crescere. Per Giuseppe Pezzano “non è una sorpresa”. L’imprenditore e pioniere del calcio italiano negli Usa, ha parlato ai nostri microfoni svelandoci quelli che sono i segreti di un Paese che non fonda più la sua cultura sportiva solo sul football e il basket.

“Il calcio è cresciuto così tanto che la legge dei numeri porta a questo tipo di risultati sportivi. E sarà un processo che vedremo sempre di più. Oggi il calcio è uno sport popolare”. E ci sono vari fattori che rendono questo incremento esponenziale: “L’esplosione di internet è stata decisiva. Il mondo si è aperto. L’America tendeva a spingere sugli sport locali”. E l’esempio rende davvero l’idea: “Quando andavo nei pub, venivano trasmesse solo partite di Nba o Nfl”.

Intercettato il target giovanile, la percezione è cambiata. “La nuova generazione si è innamorata di Messi e Ronaldo. Prima ancora di Beckham. Grazie a lui, il calcio europeo è diventato di dominio pubblico anche in America”.

Poi c’è un dato che fa la differenza. “Oggi 16 di loro arrivano dal campionato americano, i restanti 5 dai campionati europei. Una volta era esattamente l’opposto. Le Academy sono sempre più preparate: hanno degli allenatori che arrivano dall’Europa. La Fiorentina, negli anni passati, ha accolto dei coach americani e li ha aiutati per conoscere meglio il calcio europeo. Poi, le strutture americane ovviamente sono importanti”.

“Tutto segue un programma preciso”

Ma cosa si coltiva un talento? “C’è un percorso ben preciso all’università che segue un’educazione. Una direzione che spinge verso l’educazione. La testa fa la differenza, anche più del talento tecnico. Il sistema americano sta crescendo sempre di più”.

E poi ci sono i talenti di oggi, ma soprattutto del domani. “Ce ne sono tanti. Sicuramente posso citare Niko Tsakiris, Reed Baker-Whiting, Frankie Westfield, Cole Campbell, Pedro Soma. Lo stesso Cremaschi. Ma potrei dirne molti altri”. Il talento c’è. E le sorprese potrebbero non finire qui.

Lorenzo Bloise

Classe 2001, nato nel comasco, oggi pendolare a Milano. Amante dello sport in tutte le sue sfaccettature: giocatore di provincia di basket, con il calcio mi sono limitato alla PlayStation. Cresciuto tra un doppio passo di Cristiano Ronaldo e un fadeaway di Dirk Nowitzki. Davanti alla televisione, allo stadio o al palazzetto con la stessa curiosità di un bambino. Highlights, repliche, interviste e dirette notturne: ogni scusa è buona per non perdermi nulla. La letteratura mi ha aiutato a riscoprire la bellezza e l'efficacia delle parole: le stesse che mi permettono di raccontare ciò che gli altri si limitano a guardare. Storie, anedotti e culture che si intrecciano tra di loro: per me lo sport è questo e tanto altro.

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