Nella mattinata di oggi, martedì 14 maggio, il commissario tecnico dell’Italia Luciano Spalletti ha preso parte all’evento di presentazione di ‘Vivo Azzurro TV’, il nuovo canale OTT della FIGC. Con il ct erano presenti anche Gabriele Gravina, presidente della FIGC, e Andrea Soncin, ct della Nazionale Femminile. Al termine dell’evento, Spalletti ha parlato ai media presenti.
Spalletti ha esordito spiegando di aver seguito molti giocatori e ha poi elogiato Fiorentina e Atalanta per le finali conquistate: “Noi abbiamo seguito tutto il campionato e abbiamo visto molti calciatori anche sul posto. Abbiamo imparato molte cose dai miei colleghi. Queste squadre che sono in finale nelle competizion europee ci portano qualcosa di più e poi stanno a significare che c’è qualcosa di diverso oltre alle ripartenze nello stile di calcio italiano, come hanno fatto vedere Atalanta e Fiorentina”.
Poi, il ct Azzurro ha parlato delle convocazioni degli Europei, soffermandosi su Scamacca e gli altri attaccanti: “Tutto deciso all’80%? Non sono bravo in matematica. Ormai grosso modo la struttura è quella che abbiamo convocato quai sempre. Poi c’è qualcosa che dobbiamo loasciare alla bravura, alla condizione del momento, all’aver aggiustato qualcosa. Se Scamacca è questo, diventa difficile… io l’ho fatto giocare nelle partite fondamentali prima di essere convocati. Che ora mi si viene a dire qualcosa… Retegui ha fatto bene, Raspadori lo conosco benissimo. Lucca sta crescendo sempre. Abbiamo qualche potenzialità che ci può mettere a posto qualcosa, noi dobbiamo stare attenti a tutto”.
Poi, ha proseguito: “I dubbi sono quelli che abbiamo detto fino a questo momento qui. Riguarda quella piccola percentuale. Noi dobbiamo avere dubbi fino in fondo. In alcuni casi abbiamo messaggi ben chiari di quello che possono mettere a disposizione questi ragazzi, in altri… alcuni devono ancora riuscire a mettere a posto la pressione che poi subiscono e le problematiche che hanno anche individualmente. C’è un ambiente interno e uno esterno nel calcio, per dare il meglio di noi stessi servono tutti e due. Al di là che nasca una squadra forte dove uno possibilmente va nelle interviste e parla anche dei compagni di squadra. Sarebbe bello sentire parole sui compagni di squadra. Così diventa tutto più facile e chiaro”.
Infine, Spalletti ha concluso spiegando di non voler usare un unico modulo: “Difesa a tre? Dobbiamo essere aperti a tutto. Dobbiamo fare un calcio libero. Non ho mai avuto il mio calcio e non voglio averlo neanche ora. Si va a giocare cercando di mettere insieme una squadra che abbia la sua forza e che però sia libera. Se in questa libertà si riesce a essere squadra… a dividersi le fatiche, tutti attaccano e tutti difendono, tutti un po’ numeri dieci. Si ha tutti due numeri sulla maglia, perché tutti devono saper fare la giocata che nessuno si aspetta e che emoziona“.
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