Tutto pronto per l’esordio di Luciano Spalletti sulla panchina della Nazionale italiana. Sabato alle 20:45 è in programma la partita contro la Macedonia del Nord (leggi QUI la probabile formazione), valida per le qualificazioni agli Europei del 2024.
Queste le sue parole ai microfoni di Sky Sport: “L’Italia ha alle spalle una storia importantissima, bella e con qualche ferita. Noi dobbiamo pensare a rimettere a posto queste ferite e ciò ci farà sentire più responsabili. Cercheremo di avere un ordine di squadra ma dobbiamo lasciare possibilità all’estro e alla fantasia. È sempre questa via di mezzo. Abbiamo fatto il nostro lavoro, abbiamo ricevuto la totale disponibilità dei ragazzi”.
Il nuovo CT azzurro ha quindi parlato in conferenza stampa: “Le assenze non ci cambiano niente. Possiamo contare su 30 calciatori e sono tutti affidabili”. Spalletti ha poi aggiunto in tono scherzoso: “La cosa che mi darà sicuramente lo slancio che debbo avere per poter stare su questa panchina è il regalo che mi ha fatto il presidente. È la prima volta che un presidente mi prende tutti quelli che volevo. E mi ha detto che ne può prendere anche altri! Per cui, per fare questo mestiere, questa è la soluzione migliore che ci possa essere. E io divento subito tranquillo poi, ad avere a che fare coi calciatori che ho scelto io. Perché loro li ho scelti io, non me li ha indicati nessuno. E voglio la risposta da quelli che ho scelto io, la risposta corretta”.
Spalletti esordirà con l’importante match valevole per le qualificazioni europee: “Domani sopra ogni altra cosa c’è un comportamento e un atteggiamento da tenere per tutta la partita, che non ci faccia mai sentire vittime e che vada alla ricerca di quello che abbiamo parlato per tutta la settimana. Poi si spera sempre che il risultato ne sia una conseguenza, mentre a volte succede l’opposto. Però noi come ho detto prima abbiamo dei calciatori forti nella nostra Nazionale. Abbiamo tutto quello che ci vuole per fare un buon calcio“.
Importante sarà la componente organizzativa: “Bisogna essere un po’ organizzati e su questo abbiamo speso molte ore del nostro tempo a Coverciano. Dentro la corretta organizzazione c’è il fatto di lasciare spazio all’estro e alla fantasia del calciatore, perché queste non vanno mai ingabbiate. Diventa fondamentale che l’immaginazione del calciatore forte, che vede linee di passaggio che tutti gli altri non riescono a percepire e ad inquadrare, possa andare a braccetto con quest’organizzazione che bisogna avere. Perché poi nell’organizzazione la cosa difficile diventa non andare ad attaccare sempre, non aspettarli sempre, saper leggere quelli che sono i momenti della partita, essere disponibili ad essere un blocco squadra che accetta anche di doversi difendere”.
Gli azzurri dovranno essere bravi a interpretare le varie fasi della gara: “Ci saranno dei momenti dove loro gestiranno la palla e noi saremo costretti ad essere 9 calciatori al limite dell’area nostra, come fanno le più grandi squadre. Però si deve vedere un’idea di calcio che debba far innamorare tutte quelle persone che ci vogliono bene, tutte quelle persone che hanno a cuore le sorti della nostra Nazionale e dei nostri risultati. Che non possono essere anche tutti quelli bellissimi, ma che si riesce a individuare se c’è dentro quella passione, quell’amore che poi debba inorgoglire un po’ tutti gli italiani”.
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