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Italia, Romagnoli: “Noi giovani italiani non siamo proprio da buttare via”

Tra i segreti del Milan di Montella c’è l’ottima stagione del duo Paletta-Romagnoli. Per il difensore ex Roma, dopo un anno di critiche, pare arrivato il momento del riscatto. Cosa è cambiato?

Semplice, che stiamo lavorando bene, molto bene nel club” – si legge nelle pagine del Corriere dello Sport “Significa che il progetto del presidente Berlusconi realizzato da Galliani funziona: noi giovani italiani non siamo proprio da buttare. Lapadula? Stiamo parlando di un bravissimo attaccante, che merita di essere qui, aggiungendosi così al gruppo rossonero che c’era già. Barzagli e Chiellini? Due colonne portanti della Nazionale. Poterci lavorare ogni giorno, parlo per me ma anche per Rugani, è solo una fortuna, perché hanno tanto da insegnare. Gerarchie? Io mi sento ancora un Under 21, che ora è qui, con la Nazionale maggiore, sono un giocatore che ha realizzato il sogno di bambino. Ovviamente le scelte le farà il mister, io cercherò di metterlo in difficoltà”.

Sacrifici e critiche, due parole con cui Alessio ha imparato a convivere: “Io dico di sì, c’è tanto sacrificio, ci sono tante rinunce rispetto a quello che fanno gli amici… Tante cose che non posso dirvi, ma si fanno per la scelta che comporta essere calciatori. Critiche? Io non penso alle rivincite. Le critiche le fate voi giornalisti. Il futuro dipende da noi, che bisogna non accontentarci. Resta il fatto che Buffon, Barazagli e Chiellini sono esempi eccezionali di campioni. Debutto azzurro? Io, per carattere, sono un tipo tranquillo. Cerco di restare calmo. Il mister non mi ha detto niente ma ho capito che stava maturando qualcosa, quando poi nella rifinitura prima della Spagna abbiamo provato le palle inattive e ero tra i titolari, ho capito… E se lui ha fatto così, significa che crede con me”.

Più forte l’emozione del debutto col Milan a San Siro, con la Nazionale a Torino o il primo gol in A, con la Roma, alla prima da titolare? “Sono questi i miei tre momenti magici. Diciamo primo posto il debutto azzurro, poi il gol”. In chiusura d’intervista si parla delle qualità da difensore con i “piedi buoni”: “Un difensore deve anche saper impostare. Il fatto di essere un ex centrocampista mi ha aiutato in questo. Si può e si deve migliorare fino a 40 anni. E io devo farlo in tutto: in marcatura, nell’impostazione, nei movimenti, di testa. Insomma, ne ho di cose da mettere a posto…”.

Redazione

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