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Italia accolta con un boato “da Champions” al Maradona

Italia impegnata contro l’Inghilterra per la prima gara delle qualificazioni ai prossimi Europei in Germania. Per sostenere questo primo impegno, è stato scelto il calore di Napoli, che ha accolto i calciatori azzurri con un boato che spesso sentiamo nell’urlo “The Champiooons” dei tifosi napoletani. Grande entusiasmo, tante anche le iniziative e le installazioni urbane dedicate alla Nazionale di Roberto Mancini nei giorni prima della sfida.

 

L’accoglienza del Maradona agli azzurri per la gara contro l’Inghilterra

Napoli sta vivendo un periodo magico grazie anche alla squadra allenata da Luciano Spalletti e, probabilmente, anche grazie a questa magia l’ambiente a risposto alla chiamata degli azzurri con grande partecipazione. Il Maradona è praticamente sold-out e, al termine di un inno di Mameli cantato a squarciagola, ha regalato un urlo meraviglioso al cielo notturno di Napoli.

 

 

Tanta la curiosità attorno alla Nazionale, tanta anche la curiosità di vedere all’opera con la maglia dell’Italia volti nuovi come quello di Mateo Retegui, l’ultimo oriundo convocato da Roberto Mancini, attaccante del Tigre e scuola Boca Juniors che ha incuriosito il commissario tecnico, alle prese con una vera emergenza in attacco.

 

 

La Nazionale italiana manca da dieci anni a Napoli: l’ultimo incontro disputato venne giocato nel 2013, un Italia-Armenia 2-2 all’ultima giornata del girone di qualificazione al Mondiale brasiliano del 2014. Azzurri che, però, non vincono da ben cinque gare nello stadio di Fuorigrotta: parliamo di un Italia-Russia vinto 1-0 con gol di Casiraghi nel 1997, poi una sconfitta e tre pareggi consecutivi negli ultimi 21 anni. Roberto Mancini ha lavorato per sfatare il tabù imposto dall’ex San Paolo.

Lorenzo Gentile

Classe 1996, nato a Napoli con il desiderio di girare il mondo, stadio dopo stadio, cresciuto con il sogno di commentare le partite più strane, più ricche e magari anche quelle più grandi. Oltre alla telecronaca, adoro il mondo segreto e misterioso del calciomercato. Lascerei il giornalismo solo per allenare in prima persona, forse. Mi sento un leader gentile (di cognome e di fatto, come dico sempre) ma sempre carico di passione e voglia di migliorarsi

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