Gennaro Gattuso (IMAGO)
La conferenza stampa di Gattuso alla vigilia di Italia-Estonia
È pronta a prendere il via l’era di Gattuso sulla panchina della Nazionale.
L’ex allenatore dell’Hajduk Spalato si prepara al suo esordio in Azzurro in programma nella serata del 5 settembre contro l’Estonia, nella gara valida per il girone di qualificazione al prossimo Mondiale del 2026.
Gattuso ha presentato così la sfida a Sky Sport: “Sinceramente non potevo immaginare cose migliori, ho trovato un gruppo che si è messo a disposizione, tra tutte le persone che lavorano nella Federazione. Penso di vedere una grande partita domani, sull’aspetto umano e professionale devo fare i complimenti alla squadra. Parliamo sempre di senso di appartenenza, ma parliamo di essere squadra. Tecnica, tattica, ma la nostra storia dice che il collettivo e la voglia di lottare insieme, da squadra, fanno parte del nostro DNA”.
Ha poi continuato: “Come ho vissuto questi giorni? Non ho tempo di emozionarmi, tante pressioni le sento come le sentivo da giocatore, per questo sono poche le emozioni. Forse un po’ di emozione ci sarà quando fischierà l’arbitro, ma ora sono molto concentrato e dobbiamo pensare partita dopo partita, sappiamo che abbiamo un compito difficilissimo ma dobbiamo mettercela tutta”.
Il CT ha esordito la conferenza stampa dicendo: “Stanotte so già che non riuscirò a dormire, ripensando a ciò che abbiamo vissuto questa mattina. Non sono le emozioni a tenermi sveglio, ma i pensieri. Resto però profondamente orgoglioso della Federazione, del presidente Gravina, di Gigi Buffon e della straordinaria opportunità che mi è stata concessa”.
Poi, ha continuato: “Non so quanti oratori abbiano chiuso e quanti ragazzi ormai non giochino più per strada, come accadeva 20 o 40 anni fa. I genitori non si sentono sicuri, le occasioni per giocare sono sempre meno e un bambino oggi, in una settimana, passa in campo appena 7-8 ore. Mancano strutture adeguate come in altri Paesi e servono 5-600 euro all’anno solo per i kit. I talenti non ci mancano, i giocatori di qualità ci sono: il problema è che si gioca pochissimo, davvero troppo poco”.
Sul modulo: “4-2-3-1 o 4-3-3? I numeri non sono importanti, sappiamo quello che vogliamo fare e sicuramente l’abbiamo preparata molto bene. Noi dobbiamo pensare alla partita di domani, poi a Israele: gara dopo gara”.
Sull’avversario: “Studiamo l’Estonia da due mesi: è una squadra che costruisce dal basso con qualità, anche col portiere, e se non la pressi bene arriva facilmente negli ultimi 30 metri”.
Per concludere: “Difende a quattro ma può passare a cinque, davanti riparte veloce: è ben organizzata e guidata da un allenatore giovane. Dovremo fare una grande partita: tutti pensano sarà facile, ma sfide semplici non esistono”.
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