Oggi la standing ovation che lo stadio Friuli gli ha tributato in occasione della consegna del Sigillo d’oro della città di Udine, nonostante poi il risultato dell’Udinese non sia stato memorabile. Zico, leggenda bianconera, è stato ospite al Club condotto da Fabio Caressa su Sky Sport 1 e ha parlato toccando molteplici argomenti: “Ho segnato quasi 100 gol su punizione. Causio si arrabbiava perché voleva tirare? No, è che in Italia erano abituati a tirare a due tocchi. Lo abbiamo fatto solo una volta ad Avellino e abbiamo preso la barriera. Così io ho detto che avrei preferito tirare sempre diretto. Mi allenavo con 30, 50 o 70 punizioni a settimana, quindi in campo mi veniva più facile. Chi mi assomiglia di più a battere le punizioni? Difficile. Credo che Messi sia uno di quelli che le segna spesso… (ride, ndr). In Brasile non c’è nessuno, l’ultimo è stato Rogerio Ceni che ora è diventato allenatore. Non so cosa succede oggi, forse c’è poco allenamento sulle punizioni. Come le calciavo? Nessun punto di riferimento, né passi. L’importante era il piede d’appoggio da mettere dove volevo calciare il pallone. Ma poi dipende tanto dalla qualità e dall’allenamento. Il giocatore più fastidioso che mi abbia mai marcato? Tutti. Ero abituato, mi stavano addosso addosso, ma l’importante è che la tua squadra non ti lasci senza pallone, perché magari ti vede con l’uomo addosso. Io dicevo sempre di darmi il pallone, anche se il difensore era dietro di me: se non potevo saltarlo l’avrei passato.”
Zico ha poi parlato anche di attualità, tra Dzeko, il Milan che sta per passare in mano ai cinesi e il connazionale Gabigol: “Dzeko lo conosco
bene, non è un giocatore che è arrivato adesso per spaventare tutti. Ha
grandi qualità e in area è molto difficile da marcare, è sempre lì
davanti alla porta e non sbaglia spesso. Ha trovato un bel momento a
Roma e credo che per le sue qualità può diventare capocannoniere e
battere record di altri campionati e altri giocatori”. I cinesi e il Milan? Non è facile abituarsi al calcio italiano, bisogna capire bene quello che ti trovi davanti. Sarà un’avventura per i cinesi, che sono totalmente diversi dai giapponesi. I cinesi vivono un momento favorevole economicamente, ma calcisticamente sono molto indietro. E questi investimenti non bastano, serve che cresca il movimento in generale. Magari con il ritorno di Lippi questo può cambiare e di conseguenza anche le nuove proprietà adattarsi meglio al calcio italiano. Gabigol è un giocatore che ha iniziato molto bene in Brasile e nel Santos, ha segnato spesso. Non è arrivato per caso in nazionale sia olimpica che principale. I brasiliani hanno molta fiducia in lui, ma non paragoniamolo a Ronaldo che quando è arrivato all’Inter era già pronto. Lui è uno di quei giocatori che deve giocare con continuità.”
Poi un tuffo nel passato, ricordando quell’Italia-Brasile ’82: “Sapevamo che gli italiani quando giocano le partite importanti vengono fuori, non è vero che l’abbiamo sottovalutata. Gentile non mi ha lasciato un attimo, ha fatto una partita correttissima. I miei compagni non mi davano la palla perché vedevano che Gentile era attaccato a me, invece dovevano darmela comunque perché a volte avevo un po’ di spazio. L’Italia ha giocato molto bene, ha fatto una bella partita, ha sfruttato molto bene le occasioni. Quello era il giorno dell’Italia, non del Brasile. Questo succede nel calcio.”
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