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Titolari, infortuni, sorprese: tutto sul Belgio che affronterà l’Italia

Ancora tu, Belgio. E anche tu, Lukaku. Cinque anni dopo quel 2-0 a Lione è cambiato praticamente tutto per le due nazionali: non ci sono Giaccherini e Pellé, ma Verratti e Immobile. Forse non ci sarà Hazard, ma il migliore Lukaku della carriera. Non è comunque questo il punto della questione: sarà ancora Italia-Belgio.  

Com’è cambiato il gioco del Belgio negli ultimi anni?

Per aiutarci a capire gli avversari degli azzurri a Monaco di Baviera, abbiamo chiesto a un esperto, Kristof Terreur di HLN. Come prima differenza da Euro 2016, Kristof rimarca subito un particolare: “Sarà difficile rivedere un gol come quello di Giaccherini con un lungo lancio di Bonucci dalla difesa. Cinque anni fa, con una difesa molto più giovane, il Belgio poteva permettersi di difendere con la linea molto più alta. Ora, come visto anche nella partita contro il Portogallo, con i difensori tutti sopra i trent’anni, la difesa attende e non lascia tanto campo dietro di loro”.   

Now or never. Ultima chiamata per la generazione d’oro?

Già, Alderweireld (32), Vermaelen (35) e Vertonghen (34), non sono più giovanissimi, ma guai a sottovalutarli. L’età della difesa però, lascia spazio a un’altra considerazione: “Now or never”, ora o mai più, ci conferma Terreur, “quella che noi chiamiamo “la generazione d’oro” non ha più tanto tempo per concretizzare con un trofeo quanto visto in campo. Già in Qatar fra un anno e mezzo la difesa probabilmente non sarà la stessa, quindi in Belgio c’è la consapevolezza che bisogna sfruttare al meglio questo momento”.

Non per questo però, c’è pressione o tensione nei confronti del Ct Martinez, nonostante “il Belgio non giochi così bene come 3 anni fa al Mondiale, ora con Lukaku davanti e gli altri giocatori rapidi intorno, la squadra ha sviluppato un tipo di gioco diverso, fatto più di contropiedi rapidi”. 

La stampa e l’ambiente circostante alla nazionale, vive con serenità quello che può essere il compimento di un percorso durato almeno 5 anni: “Il lavoro di Martinez è apprezzato da tanti, Thierry Henry nel suo staff poi può portare quella mentalità vincente alla squadra che è sempre mancata. Il Belgio non ha mai avuto tanti talenti come ora né allenatori importanti, quindi si sente la certezza che si sta facendo il meglio possibile con il materiale a disposizione. Alcuni avevano criticato Martinez perché ha escluso Nainggolan dal Mondiale in Russia, ma il Ct aveva già visto la crescita di Tielemans, che infatti ora è un titolare fondamentale”.

Quale Belgio deve aspettarsi l’Italia?

Tornando al campo, il Belgio che affronterà l’Italia potrebbe essere privo di due dei suoi più grandi talenti: Eden Hazard e Kevin De Bruyne. “Fra i due, penso che sia più probabile che Hazard non sia disponibile (Qui le parole del Ct a riguardo). A entrambi verranno fatti gli esami strumentali nelle prossime ore, ma fra i due De Bruyne sembra più recuperabile. Contro l’Italia mi aspetto la formazione vista contro il Portogallo. Se mancherà Hazard, credo Martinez possa insistere su Carrasco rispetto a Mertens. È sempre stato costante nelle sue decisioni e penso darà fiducia al giocatore dell’Atletico Madrid, che viene da una buona stagione con la vittoria della Liga”.

Belgio (3-4-2-1): Courtois; Alderwireld, Vermaelen, Vertonghen; Meunier, Tielemans, Witsel, T.Hazard; De Bruyne, Carrasco; Lukaku.  

La sorpresa

Secondo Terreur, l’Italia deve guardarsi bene da un giocatore in particolare: “Se devo dire un nome, dico Jeremy Doku. Specie se la partita è chiusa, può entrare e dare ritmo e velocità. È giovane, è uno dei talenti più importanti della prossima generazione, ma può aiutare già ora. Il suo compito è entrare e fare l’”apriscatole”, come faceva Mertens con il Napoli quando partiva dalla panchina”.  

Com’è vista l’Italia dal Belgio?

Come una squadra molto forte” sottolinea Terreur, “in un mio articolo l’ho paragonata a una Ferrari. Nelle tre partite della fase a gironi, la macchina è sfrecciata a velocità massima senza problemi. Contro l’Austria invece, la Ferrari era sempre la stessa, ma bloccata nel traffico e incapace di rendere al massimo. Vedremo quale versione si presenterà contro i “Diavoli Rossi”. 

Comunque in Belgio l’Italia è molto apprezzata, non solo a livello calcistico per quella che era la Serie A degli anni ’90, ma anche per la cultura che si studia a scuola, per i ristoranti, per il modo di vivere. In molti tiferanno Italia qui, se supererà il Belgio venerdì”.  

L’inno

Continua Terreur: “È difficile non apprezzare l’Italia e la voglia messa in campo. Anche a vedere come la squadra canta l’inno: tutti insieme, con passione e con forza. Negli altri Paesi, compreso il Belgio, questo non accade”.

Sperando che questa passione basti agli azzurri, che a Monaco si trovano davanti alla sfida più difficile della gestione Mancini.

Paolo Borella

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