Rimettersi in gioco a trentasette anni e dopo una carriera incredibile, ma con la fame e l'umiltà di una ragazzino appena uscito dalla Primavera: Pedro è il cuore pulsante della Lazio di Marco Baroni. Ha vinto tutto quello che c'era da vincere con Spagna, Barcellona e Chelsea, ma ora è il leader umile dei biancocelesti che sognano in grande.
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Il gol dedicato alla zia scomparsa
Minuto 77. Accelerazione di Nuno Tavares, sponda di Tchaouna, controllo e tiro a giro di sinistro di Pedro. Gol e Johan Cruijjff Arena ammutolita. Poi giù in ginocchio, braccia in alto e dedica speciale. "Ho dedicato il gol a una persona che amavo molto, mia zia. È stata una gara molto speciale e non facile per me per tutto ciò che mi è accaduto nelle ultime ore".
Un gol cercato e voluto, per dedicarlo a chi non c'è più. Pedro è così. Poi l'abbraccio con i compagni e si riparte. Ad Amsterdam è arrivata la quarta rete in Europa con la Lazio, quella che suggella un'altra grande vittoria. Con la solita fame che lo ha contraddistinto per un'intera carriera, anche oggi, a 37 anni.
Pedro leader 'umile' della Lazio
È proprio la fame che stupisce. Pedro ha vinto tutto, ma corre e lotta come un ragazzino. E lo fa come se dovesse ancora dimostrare qualcosa. Magari più agli altri che a sè stesso. È lui la rappresentazione dell'anima umile della Lazio, che quando viene scelto mette tutto in campo. Baroni ringrazia, i biancocelesti volano.
Il contratto con la Lazio scadrà alla soglia dei trentotto anni, il prossimo 30 giugno 2025. Ma Pedro non ci pensa, pensa al presente. E il presente è il primo posto in Europa League e la vetta in Serie A distante tre punti. Anche grazie a lui. Il leader tecnico di una squadra umile, ma che ha ambizione e fame da grande.