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Data: 24/12/2016 -

“Non porti limiti”. Valagussa: "Nonna la mia prima tifosa, mi segue dappertutto. I consigli di Bergomi e il Gubbio, vi racconto"

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Prendete Cambiasso. Poi un pizzico di Marchisio, la capacità di inserimento di Hamsik e un po' di Khedira quanto basta. Agitare bene, ed ecco il centrocampista perfetto. O meglio, tutto ciò a cui si ispira Paolo Valagussa. “Cerco di rubare ad ogni giocatore il suo pregio e di portarlo nel mio bagaglio personale. Guardo a quei giocatori completi, che riescono negli inserimenti, che provano ad impostare”. Classe '93 ma idee chiare. E il Gubbio ringrazia perché in Valagussa ha trovato un centrocampista capace di inserirsi e di trovare anche la via del gol. Al momento è a quota 4 (“Il più bello quello al Mantova. Il più importante? Lo sono stati tutti”) in campionato, nel girone B di Lega Pro ma l'obiettivo è migliorarsi. Sempre. “Parlando a livello personale – ha spiegato Valagussa ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – vorrei battere il mio record di gol e andare avanti così, fare bene anche a livello di prestazioni”. Sette è il numero, la meta e trovarsi già a quattro reti prima della fine del girone d'andata significa essere a buon punto.

Migliorarsi, dicevamo, e quel ritornello che fa “Non porti limiti” che risuona nella testa di un giocatore che l'ha imparato da giovanissimo. Un consiglio, come un tesoro a cui attingere ogni giorno, che lo accompagna dai tempi del Monza, club nel quale è cresciuto: “Ho fatto un anno di Beretti dove abbiamo raggiunto le finali. Lì c'era un gran gruppo. Poi mi hanno proposto di andare a fare il ritiro in prima squadra come aggregato, senza avere la certezza di rimanere – ha raccontato -. Sono riuscito a giocarmi le mie carte anche grazie a mister Motta che allora sedeva sulla panchina del Monza. Devo ringraziarlo perché mi ha dato fiducia ed ha buttato me, un ragazzino, nella mischia. E' difficile a 17 anni, quanti ne avevo io allora, trovare un allenatore che ti dà fiducia. Sono stati anni importanti per me, mi hanno aiutato a crescere e soprattutto negli ultimi due sono cresciuto con un gruppo straordinario, eravamo molto compatti e lì sono arrivati grossi risultati”. Poi l'incontro, quello con Beppe Bergomi: “L'ho conosciuto nella Beretti del Monza. Una persona straordinaria, un allenatore molto preparato. Il suo pregio è quello di rimanere umile, sotto ogni aspetto, e sempre con la voglia di far crescere i ragazzi. Questo mi ha colpito più di tutto il resto. Come prima cosa mi ha detto sempre di crederci, di credere nei miei obiettivi. Di mettere sempre davanti gli obiettivi e tentare di raggiungerli. Non pensare al domani, fare tutto alla giornata: 'Se puoi, devi farlo'. Non metterti dei limiti, non pensarci perché vanno oltrepassati. Poi mi ha insegnato a stare in campo e a gestire bene i momenti della gara”.

Ricordi, consigli. Impossibile dimenticare, perché questi lo hanno reso il calciatore che è oggi con il suo presente al Gubbio: “Abbiamo iniziato bene sia a livello personale che di squadra. Siam partiti in sordina, nessuno ci dava come protagonisti in questo girone, invece ce la stiamo giocando a viso aperto contro ogni squadra e ci stiamo togliendo delle grosse soddisfazioni. L'obiettivo comunque rimane la salvezza, poi vediamo cosa succede. Il tifo qui è caloroso e se non arrivano i 3 punti ti applaude e ti sostiene comunque”. Valagussa è nato a Milano, tutta un'altra realtà rispetto a Gubbio “ma la vita qui è bella, è una città medievale tranquilla, fa un po' più freddo rispetto a Milano ma si sta bene”. Ha firmato due anni col Gubbio ma fino alla scorsa stagione Valagussa era un giocatore dell'Entella: "Sì, la seguo un po', sta facendo un gran campionato, la Serie B è talmente tanto lunga che può succedere di tutto. Ci stanno dei momenti in cui fai bene e altri meno. Però l'Entella ha una grande società. È sana ha voglia di diventare importante nella categoria e secondo me si tolgono delle grandi soddisfazioni anche da quest'anno".

Un occhio all'Entella in B, ma in tv guarda anche altri sport "il basket per esempio. O anche il nuoto. Io lo praticavo a livello agonistico, e mio fratello è arrivato terzo ai campionati italiani, quindi guardavo anche lui". L'importanza della famiglia: "Dopo un gol, la prima dedica va a loro e alla mia ragazza. Mi sono sempre vicini, mi consigliano. Poi ho mia nonna che mi viene a guardare dappertutto. Vengono anche giù a Gubbio". Una famiglia vicina, i consigli di Bergomi, l'esempio dei migliori nel suo ruolo e quel "Non porti limiti" come imperativo da seguire. Per lui e per la squadra: "Mi aspetto di fare un girone di ritorno senza porci limiti, continuando su questa strada. Siamo un bel gruppo, ci divertiamo quando stiamo insieme. E questo è l'importante".

Tags: Lega Pro



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