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Data: 13/03/2019 -

British? No, Britos: "Napoli il mio Sudamerica. Sogno la FA Cup e le parrilladas"

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Ve lo ricordate? Dal Bologna di Mihajlovic al Napoli di Mazzarri, oggi Britos sta per finire il suo quarto anno al Watford e ci ha raccontato la sua storia: tutta questione di 'ser uruguayo'
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Ve lo ricordate? Dal Bologna di Mihajlovic al Napoli di Mazzarri, oggi Britos sta per finire il suo quarto anno al Watford e ci ha raccontato la sua storia: tutta questione di 'ser uruguayo'
em>“Attenda pure qui. Per l’intervista ci vorrà ancora un po’, Britos sta ancora pranzando”. Quando sono le 14:30, probabilmente è l’unico di tutta la contea dell’Hertfordshire. Abitudini che non si dimenticano. Napoli, Bologna, soprattutto il suo Uruguay. Anche se Miguel dal 2015 è un giocatore del Watford dei Pozzo.

Rimaniamo soli con Elton John, il presidente onorario degli Hornets che ci sorride dalla parete. Poi il difensore classe ‘85 apre la porta della media suite, nel cuore del training ground giallonero. Certo, due chiacchiere in italiano le faccio volentieri. Il suo racconto ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com ha inizio: ricordi, passioni, nostalgia. E un ultimo sogno da realizzare, qui in Inghilterra. “Siamo nei quarti di finale di FA Cup e sabato giocheremo contro il Crystal Palace in casa: arrivare fino a Wembley sarebbe il coronamento di una grande stagione”.





Ottavo in Premier League, a una vittoria dal record di sempre: il Watford di Deeney e Deulofeu è tra le sorprese del campionato. “La società ha comprato ottimi giocatori, siamo partiti subito a mille. Anche grazie a un ritiro estivo diverso dal solito”. Nuova location? No, nuovo nutrizionista! Ha cambiato la dieta a tutti. Niente buffet e pasti prefissati: molto pesce, meno carne e formaggi, pochi carboidrati. Siamo dimagriti subito, migliorando la massa muscolare. E in campo si è visto: a volte non meritavamo di vincere o di pareggiare, eppure ci siamo riusciti comunque. Un segnale di grande tenuta”.

Nell’ultima giornata è arrivato il ko contro il City capolista, ma, scrive il Daily Mail, ‘Britos coped admirably’, se l'è cavata alla grande. Da titolare in Premier quasi un anno dopo l’ultima volta.Ora sto bene, afferma il giocatore ma nell’ultimo periodo qualche infortunio mi ha tenuto al margine e non è stato facile”. Campi di allenamento in mezzo al verde, strutture all'ultimo grido, una città al centro del mondo. Eppure, Londra non aiuta. “È molto tranquillo qui. Però passi molto tempo a casa, l’inverno è abbastanza lungo e le giornate sono un po’ noiose. Bisogna trovare qualcosa da fare: per fortuna io ho due figli che mi impegnano”.



E un ‘gruppo nel gruppo’ che per Miguel ha sempre fatto la differenza da calciatore.È qualcosa di naturale: tra sudamericani ci si capisce al volo. Soprattutto con Pereyra, anche finito l’allenamento ci troviamo spesso”. Rivalità Napoli-Juve morta e sepolta. “Senza dubbio. Scherziamo e giochiamo a carte anche con Deulofeu, Navarro, Masina. Io e Adam poi seguiamo sempre le partite del Bologna. Siamo una bella compagnia”.

Uruguay, Argentina, Spagna, Italia: quasi multietnica, rispetto ai tempi rossoblù. “A Bologna per un periodo siamo stati addirittura in cinque del mio paese. Io, Diego Perez, Gimenez, Montelongo e Ramirez. Bellissimo. Le parrilladas dopo l’allenamento con mogli e fidanzate, condividere le stesse abitudini. Amicizie che restano, ma anche un modo per sentirsi a casa. O per scoprire i propri idoli. “Una volta Zalayeta mi aveva invitato a cena (la stagione era la precedente, 2008/09, ndr). E a casa sua trovai Paolo Montero. Una bandiera della nazionale, poi mancino come me. Quand’ero piccolo lo guardavo e cercavo di imparare da lui: immaginatevi l’emozione”. Scontroso come sul campo? “Niente affatto. Abbiamo parlato un po’, mi ha dato dei buoni consigli”.





Britos cercherà di farne tesoro. Anche se col senno di poi... “All’epoca ero ancora giovane, magari avrei potuto allenarmi un po’ di più: con il destro sono migliorato solo dopo i 25 anni!. Un difetto che non gli ha impedito di giocare 139 partite in Serie A e 65 in Premier. La nazionale non è arrivata, ma va bene così. Penso di aver fatto un’ottima carriera. Senza rimpianti”. Fuori gli highlights. “Non ho mai segnato molti gol, ma per fortuna è capitato contro tutte le grandi squadre”. Juve, Milan, Inter. “Il primo in Serie A è sempre speciale, anche se alla fine il mio Bologna aveva perso. Erano i nerazzurri di Adriano, Ibra, Cambiasso. Forti forti”.

E poi al Liverpool, per un pareggio al 93’ alla prima giornata del 2017/18. “Facile, sulla linea”, sorride.In Inghilterra penso subito alla mia prima stagione in Premier, due anni prima. Il Watford veniva dalla Championship e abbiamo fatto un bellissimo campionato, arrivando anche in semifinale di FA Cup dopo aver eliminato l’Arsenal. Se devo scegliere una partita invece dico il 3-1 al Manchester United, con Mazzarri in panchina”. Una costante nei ricordi di Britos.




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