"Un giocatore come Isla renderebbe felice qualsiasi allenatore". Parole al miele quelle di Pasquale Marino, il papà calcistico di Mauricio Isla, almeno per ciò che concerne la sua avventura italiana. "El Huaso" arrivò a Udine appena diciannovenne e fu proprio l'allenatore di Marsala a credere per primo in lui. Nel 2007-2008 Mauricio contribuì alla qualificazione alla Coppa Uefa, nella stagione successiva divenne un pilastro dei friulani, trovando anche l'esordio e le prime 10 presenze in Europa. Consigli, incoraggiamenti e pochi richiami per l'umile "mandriano" cileno, che sotto la guida di Marino iniziò il percorso che negli anni successivi lo rese un calciatore ambito dai grandi club d'Italia e d'Europa.
"E' sempre stato un ragazzo per bene, molto educato e disponibile" - afferma l'attuale allenatore del Frosinone ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - "Mauricio fin dal suo arrivo in Italia dimostrò una grande voglia di emergere. Sempre rispettoso delle regole e mai una parola fuori luogo. Un ottimo elemento anche sotto l'aspetto disciplinare". Con il tempo alle qualità tecniche e atletiche si è aggiunta la crescita tattica: "Quando arrivò in Italia era molto giovane e inesperto e lo feci inserire gradualmente. Ma già nella seconda stagione era diventato un elemento importantissimo per la squadra. Ci concentrammo soprattutto sul posizionamento e Mauricio ci ha sempre messo poco a imparare le istruzioni necessarie a interpretare il nuovo ruolo".
Il neo rossoblù era un "diamante grezzo" da lavorare con cura: "Aveva già una gran corsa e delle buone doti tecniche, saltava facilmente l'uomo. Oggi è molto migliorato sotto il profilo della resistenza e dell'intelligenza tattica. Nel periodo in cui l'ho avuto lavorammo molto anche sull'aspetto psicologico, quello della personalità. Dopo poco tempo Isla è arrivato addirittura a vestire la maglia della Nazionale maggiore del Cile e questo la dice lunga sui progressi". Il Cagliari aveva bisogno di un elemento duttile, capace di interpretare più ruoli. Pare che i rossoblù abbiano colto nel segno: "Un giocatore come Isla è la felicità di qualsiasi allenatore, perché può ricoprire più ruoli assicurando sempre un ottimo rendimento. Può giocare bene da mezzala destra, da mezzala sinistra, da terzino. In un 3-5-2 può fare l'esterno di destra. Non ha problemi da un punto di vista tattico, è un giocatore molto intelligente".
Perché non è esploso nella Juventus? "E' evidente il motivo. L'infortunio al crociato ha rallentato la sua ascesa. La sua ripresa è stata difficile anche perché, venendo da un problema così grave, devi avere la possibilità di giocare con continuità e nella Juventus è difficile per chiunque. Questo gli ha impedito di dare il meglio di se". Cagliari è la piazza giusta per rilanciarsi? "Assolutamente sì. E' vero che l'anno scorso ha avuto la possibilità di giocare a Marsiglia, quindi è già tornato a certi livelli, però il Cagliari gli dà l'opportunità di rientrare in Italia, di giocare la serie A, un campionato che l'ha visto crescere e che conosce bene.I rossoblù non possono certo essere definiti una 'matricola', con gli acquisti di Mauricio, Bruno Alves, Padoin e Borriello hanno allestito una squadra importante. Questo non può che facilitare anche il rendimento di Isla, che sono sicuro tornerà ad ottimi livelli".
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