Mano all’orecchio e via ad esultare sotto la curva. Sì, ancora una volta e con ogni probabilità l’ultima. Nostalgia che ci assale: anni trascorsi ad imitare quell’esultanza marchio di fabbrica di un attaccante incredibile ed ora, come se il tempo fosse letteralmente volato in un batter d’occhio, Luca Toni dice addio al calcio.
Un Bentegodi pieno, con tanto di hashtag social #Toniday per rendere il giusto omaggio al proprio capitano e Luca che irrimediabilmente ripaga l’affetto dei propri tifosi nel modo a lui più congeniale: il gol. Prima il palo colpito, reo di avergli strozzato in gola l’urlo di gioia, poi dagli 11 metri uno scavetto dolce dolce: non proprio il gesto tecnico che l’ha reso famoso, ma poco importa. 157 gol in carriera e marcature aperte nel 2-1 finale che ha sancito la prima sconfitta della sua ex Juve dal 28 ottobre: giù il cappello davanti all’ennesimo campione senza tempo.
Pensare che presto quel gigante dallo sguardo da ragazzino appenderà gli scarpini al chiodo sembra surreale, quasi fantascientifico. E invece… il tempo passa proprio per tutti, anche per le icone di un’intera generazione. Sussulti, emozioni, brividi. Un ringraziamento speciale poi, e via di standing ovation al minuto 86’ con la sostituzione: quel modo di dire “grazie” tanto amato dai giocatori e capace di dare quel tocco in più ad una serata speciale. L’ultima di una lunga serie, ma probabilmente la più emozionante. E allora tutti in piedi per salutare quel giocatore senza tempo, imitato per anni nell’esultanza con la mano all’orecchio e capace di regalare gioie su gioie ai propri tifosi. Semplicemente grazie, Luca Toni.
Alberto Trovamala