“Siate affamati, siate folli”, così incoraggiò Steve Jobs i giovani studenti dell’Università di Stanford incitandoli a fare sempre meglio nella loro carriera. Così anche Southgate avrà incitato i suoi di giovani. Il C.T. dell’Inghilterra ha puntato forte sulla linea verde per far tornare protagonista la Nazionale dei tre leoni in un mondiale, 52 anni dopo l’unica vittoria. La terza squadra per età dopo Francia e Nigeria. La prima formazione del torneo per minor numero di presenze dei suoi giocatori in nazionale, appena 20. Trascinata contro Panama dai suoi più giovani calciatori: Stones (classe ’94), Kane (classe ’93) e Lingard (classe ’92).
L’uomo delle finali
Una vita al Manchester United. È entrato all’età di sette anni e non ne è più uscito. Ha vinto con i Reds fin dalle giovanili insieme a Ravel Morrison e Paul Pogba la FA Youth Cup nel 2011. Jesse Lingard però per diventare grande ha dovuto fare un giro più lungo del previsto. Tanti i prestiti: Leicester, Birmingham, Brighton e Derby Country. Allontanato dall’Old Trafford per testarne la solidità e la crescita. Non solo tecnica, ma anche fisica. Ha dovuto convincere tutti che il suo metro e settantaquattro non fosse un problema, in un campionato fisico come la Premier League. Ma ha convinto tutti, soprattutto Sir Alex Ferguson. Uno che a Manchester quando parla spalanca le orecchie di tutti. “Lui ha 19 anni, è cresciuto nel nostro settore giovanile ed è costruito come Jean Tigana è stato per la Francia. Ma non è mai salito alla ribalta lì fino all’età di circa 24 anni, e penso che sarà lo stesso anche per Lingard. Diventerà un giocatore forte quando avrà 22 anni o giù di lì”, dirà di lui Ferguson.
Si sbaglierà di una anno, quando Lingard diventerà l’uomo delle finali. Il suo momento arriva nel 2016 al minuto 110 della finale di FA Cup contro il Crystal Palace, che gli permette di tornare decisivo con la maglia dei Reds. E poi ancora nello stesso anno a segno nella Community Shield contro il Leicester. Nel 2 a 1 la firma finale è di Ibrahimovic, ma è suo il primo gol. L’ultimo lo scorso anno in EFL contro il Southampton di Gabbiadini. Ancora decisivo, quando i 90 minuti contano veramente. Un talismano anche per Southgate che per ora se lo gode nelle partite di girone, sperando che anche con la maglia bianca dell’Inghilterra, quando i palloni saranno pesanti, Lingard diventi l’uomo delle finali.
Come un uragano
Harry Kane imperversa sulla Russia. Oggi ha soffiato via Panama. Una tripletta che lo porta al primo posto dei marcatori di questo mondiale dopo due partite. Cinque gol, con la tripletta di oggi. Raggiunti Roger Hunt e Gary Linaker, gli unici a realizzare tre gol in una partita con l’Inghilterra. Segna in tutti i modi ed è infallibile dal dischetto. Due su due dagli undici metri, dai quali l’Inghilterra non calciava dal 2002, l’ultimo fu addirittura David Beckham.
Prima del debutto aveva lanciato la sfida persino a Cristiano Ronaldo: “Spero di segnare una tripletta. Cristiano Ronaldo mi ha messo un po' di pressione addosso”. Non ci è riuscito perché contro la Tunisia arrivarono solo due reti. Il sorpasso contro Panama. Una prestazione da vero attaccante e da trascinatore. Con la fascia da capitano sul braccio. Nonostante i soli 24 anni. Motivo: “Harry è il nostro capitano perché ha qualità umane incredibili ed è un professionista meticoloso” parola di Southgate.
Una Inghilterra affamata e folle, come Kane e Lingard, continua il suo percorso netto. Con la faccia tosta di chi non interessa i possibili calcoli del tabellone finale. Chi arriva prima in questo girone potrebbe infatti trovare nella sua strada per la finale il Brasile o la Germania. Ma l’Inghilterra dei giovani non farà conti. Sfacciata e prepotente, anche contro Panama.