Un infortunio ormai superato, così come il suo momento più buio. La voce diventa subito squillante, gioiosa: “Sto bene, sono recuperato al 100%. Ho avuto dei problemi alla schiena, mi sono operato tre mesi fa in Germania e adesso sono pronto a tornare con più voglia di prima. Mi alleno intensamente con un preparatore atletico, sono pronto a tornare”. Zeljko Brkic si racconta a GianlucaDiMarzio.com mentre gira, in compagnia del suo amico Gianfrancesco Fierro, per le vie di Udine dove è tornato per salutare alcuni amici: qui, in Italia, lui ha lasciato una parte del suo cuore.
“Al Siena ho vissuto stagioni bellissime, così come nella mia avventura all’Udinese: indimenticabile la vittoria in Coppa Uefa contro il Liverpool ad Anfield, ho dei bei ricordi anche di Cagliari dove ho fatto bene. Unica esperienza negativa, per tanti motivi, è stata quella con il Carpi. Ma guardiamo avanti, al futuro…”, che, chissà, per Zeljko Brkic – portiere serbo classe 1986 e attualmente svincolato dopo l’ultima stagione al Paok Salonicco – potrebbe nuovamente essere in Italia. “Mi piacerebbe molto, sì”, afferma senza pensarci un attimo.
Tra un selfie insieme ai tifosi che da queste parti lo ricordano bene eccome e una tappa immancabile in libreria. Perché Zeljko è anche il ‘Professore Brkic’: “Professore di storia, ho conseguito la Laurea in Serbia. Mi piace molto leggere, lo faccio spessissimo, quasi sempre”, afferma. Ma che per il momento non ha alcuna intenzione di mettersi a insegnare dietro una cattedra: la sfida è ancora il campo e una carriera pronta a ripartire.
Con un occhio al Mondiale, dove la sua Serbia – tra Nazionale maggiore (11) e Under 21 (12) ha indossato la maglia del proprio Paese per 23 volte – sarà protagonista. “Il girone non è facile, ci sono Brasile, Svizzera e Costa Rica: ma voglio essere ottimista e realista e dico che abbiamo il 51% di possibilità di superare il turno”, le parole del portiere ex Udinese.
Molto dipenderà anche dal talento di Sergej Milinkovic-Savic, calciatore che Zeljko Brkic conosce bene: “Lui e il fratello Vanja li ricordo bambini, quando erano nei Pulcini del Vojvodina. Io giocavo in Prima squadra e loro facevamo i raccattapalle, stessa cosa successa a me anni prima quando in porta c'era Vlada Avramov: sono sempre stati altissimi, ogni tanto capita che ci incontriamo in qualche evento. In questi Mondiali Sergej ha tanta pressione addosso, in Patria tutti si aspettano molto da lui: dovrà essere bravo a gestire questo momento. Con i suoi colpi e il talento degli altri giocatori in rosa, la Serbia può andare lontano”.
Zeljko Brkic, invece, sarebbe felicissimo di rimanere proprio dove si trova adesso, in Italia, suo amore calcistico. Occasione a parametro zero che fa gola a molti club, pronti a esaudire i desideri di Zeljko. Pochi, ma decisamente affascinanti: un libro prima di addormentarsi, i guantoni nuovamente sporchi, una carriera pronta a ripartire.