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Data: 25/04/2019 -

Un tulipano sul cemento. La via Cruijff: Amsterdam in 14 luoghi di Johan

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Una bicicletta, Amsterdam e 14 puntini da unire. In 25 chilometri, i 14 luoghi più significativi della vita di Johan Cruijff nella capitale olandese. Raccontati pedalando, anche con un video
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Una bicicletta, Amsterdam e 14 puntini da unire. In 25 chilometri, i 14 luoghi più significativi della vita di Johan Cruijff nella capitale olandese. Raccontati pedalando, anche con un video

 

LA VECCHIA SCUOLA DI JOHAN NON C’È PIÙ

La quarta tappa è un edificio poco amato dal “profeta”. La scuola fu il primo grande dribbling di Cruijff. “Potrebbe impegnarsi di più”, dicevano gli insegnanti. Quelle ore racchiuse fra due campanelle erano tempo sottratto al suo sogno. Quando gli chiesero di raccontare una favola, descrisse una partita dell’Ajax.  Della Groen van Prinstererschool oggi resta solo la struttura. Dal 2013 non ci sono più bidelli né insegnanti. Dalle finestrelle quadrate, spuntano le teste di giovani impiegati al lavoro negli uffici. Sul lato opposto della strada, scorre il canale. Quello non è mai cambiato. Continua a scorrere come nel ’59, quando Johan lasciò la carriera scolastica. Per scelta e per necessità: il giorno del diploma elementare fu lo stesso dell’infarto di suo padre. Era tempo di smettere di guardare la finestra. L’acqua del canale scorre in direzione lago. Ad Amsterdam si chiama De Meer. Nel mondo del calcio, quelle sei lettere significano Ajax. Da lì sono cinque minuti in bici.

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BENVENUTI A DE MEER: MURALES, RICORDI E UNA STRANA TOPONOMASTICA

“Sorry. Do you know where Esplanade De Meer is?”. “Easy. Exactly, in front of you”. Basta alzare gli occhi. Basta guardare un palazzo in mattoni arancioni. Un condominio che apre il sipario sul quartiere storico dell’Ajax. Sulla fiancata di quel palazzo c’è un murales alto 13 metri e largo 8. L’ha dipinto l’artista brasiliano Paulo Consentino in undici giorni, aiutato da writers locali. È una sorta di Monna Lisa senza teca, un capolavoro di colori ed empatia. Una macchina paziente aspetta il selfie di un turista all’incrocio fra Wembleylann e Anfieldroad. Si chiamano proprio così, coi nomi degli stadi in cui l’Ajax ha creato la sua leggenda. Anche i ponti hanno i nomi dei giocatori: Cruijffburg è quello con la vista migliore. Era così anche in campo.

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LO STADIO DEMOLITO E UN POSTINO A METÀ CAMPO

Il quartiere Watergraafsmeer oggi non ospita più lo Stadion de Meer. È stato la casa dell’Ajax dal ’34 al ’96. Lì Cruijff segnò il suo primo gol casalingo contro il Psv (il primo in assoluto lo segnò a Groningen). È stato demolito nel ‘98 per fronteggiare l’emergenza abitativa. Prima di essere buttato giù, fu bruciato per tre quarti nella notte d’inaugurazione dell’Amsterdam ArenA. Un paradosso per uno stadio costruito sull’acqua. De Meer significa “sul lago”. E ancor più paradossale che quella notte i pompieri non trovassero acqua per spegnere l’incendio. Questione di mesi e gli ultimi brandelli furono fatti brillare. Lì nasceva e moriva il calcio totale. “E qui hanno disegnato la metà campo, ma in realtà sarebbe più in là, dentro al palazzo”, indica Ali, postino della zona. Il suo dito punta una sfera infossata nel terreno. Ci mette un piede sopra. È un immigrato marocchino di lungo corso, ha visto gli ultimi anni dell’Ajax qui dentro. “Cruijff non l’ho mai visto giocare dal vivo, ma vivendo qui l’ho respirato. Tu sei italiano? Ah, Luca Vialli… Che giocatore!”. Suona due volte il clacson del motorino e se ne va. È tempo di lasciare De Meer e spostarsi a nord.

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TRANSVAALPLEIN, DOVE VIVEVANO GLI ALTRI

Quartiere ebraico, luogo gradito ai giocatori dell’Ajax. Qui avevano casa Keizel e Suurbier, lì si giocava a pallone per strada come in poche altre zone della città. All’inizio degli anni ’60, prima di allenarsi al De Meer, si giocava lì. Sull’asfalto, imparando a non cadere. Le fughe dai contatti, le finte, i dribbling, sono nati in quel laboratorio a cielo aperto.

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