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Data: 13/12/2017 -

Ivan Meštrović il Presidente 2.0, dall'Osijek al Santarcangelo: 'Lui non pensa solo al club, ma anche a quello che c'è intorno'

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Nei prossimi giorni si concluderà il passaggio societario del Santarcangelo Calcio (Squadra che milita nel Grrone B di serie C) a Ivan Meštrović già presidente dell’Osijek, formazione che milita nella Serie A croata. Un Presidente giovane e lungimirante che comprerà il Santarcangelo non solo per aiutare il club e dargli un futuro, ma anche per investire e costruire nel territorio romagnolo. Il nome del futuro nuovo proprietario gialloblù - probabilmente - a qualcuno potrebbe non dire nulla, ma sapete cosa è successo all'Osijek dall’arrivo di Ivan Meštrović…?

Una squadra gloriosa che rischiava il fallimento e salvata da questo giovane imprenditore croato che ha aiutato a risollevarsi non solo il club, ma anche la città. La sua città. Animo e cuore. Un presidente lungimirante che in due anni ha raccolto probabilmente più di quello che lui stesso nei suoi sogni più dolci poteva immaginarsi. A raccontarci chi è il nuovo proprietario è Vlado Borozan. Amico di vecchia data di Ivan Meštrović e - a trattativa conclusa - futuro amministratore delegato del Santarcangelo.

Parole al miele, ma vere, sentite e profonde che ripercorrono l'inizio di Meštrović all'Osijek e che danno un'idea più che chiara di quello che questo presidente vuole fare davvero: "Quando è arrivato ha dovuto ricostruire sulle macerie di una società gloriosa che stava fallendo. Lui è stato chiamato dal sindaco per salvare il club della sua città natale. Non si è tirato indietro e non ha voluto dare solo un contributo economico, ma ha voluto acquistare anche la società in toto e iniziare un progetto economico/calcistico. Non solo chiuso alla società ma anche alla città". Già perchè questo è il Presidente 2.0 quello che unisce il nuovo al vecchio creando un connubio potenzialmente esplosivo. E Meštrović all'Osijek sembra esserci riuscito. E in poco tempo: "Ha fatto un miracolo calcistico. Ha preso la squadra a dicembre 2015, era ultima in classifica, ha salvato la squadra e nel campionato 16/17 è arrivato terzo e qualificandosi per i gironi di qualificazione in Europa League".


La favola europea non si arresta alla semplice qualificazione, anzi. Un presidente che non si pone limiti ha altre idee e traguardi da raggiungere e allora? Fa le cose in grande, ma in grande sul serio: "Hanno fatto sei vittorie su otto eliminando Lucerna e Psv Eindhoven (battuto andata e ritorno). Si sono dovuti fermare solo contro l'Austria Vienna perdendo lo spareggio per differenza reti. La città era in fermento. 20.000 persone che si sono abbonate, gente che è venuta fisicamente in società a farlo. Una società rinata". Già straordinario quello che ha fatto. Ridare ad un popolo, ad una tifoseria nuovo lustro e nuova gloria dopo anni di anonimato. Non solo un club, ma una città rivitalizzata. E quest'anno? "Sono secondi in classifica e ormai sono diventati i primi antagonisti della Dinamo Zagabria che dominava in Croazia incontrastata. Ora l' Osijek ha cinque nazionali in rosa e il settore giovanile totalmente rifatto e il nuovo centro sportivo praticamente finito di costruzione e poi il nuovo stadio, un gioiello. Una cosa incredibile quello che è riuscito a fare. Negli ultimi vent'anni in Europa non credo che nessuno abbia mai fatto una cosa del genere in soli due anni". Chapeau.

Un carattere, una determinazione e un passato immacolato che ne hanno reso un simbolo in Croazia attorno al quale riunirsi per costruire un calcio all'avanguardia e nuovo dal quale trarre ispirazione. Con la benedizione di Boban e... Maradona: "Il miracolo Osijek è globale. Tanti personaggi per esempio hanno voluto avere la maglia di questa squadra. Penso a Maradona o al Principe Carlo, ma quello che è più importante è che da Boban al Presidente della Federcalcio croata agli ex giocatori croati ora in Italia, tutti lo supportano perchè sta facendo un lavoro enorme. E poi ha un'immagine immaccolata".

Foto Twitter NK Osijek



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