Un santuario ricoperto di sciarpe e bandiere rosanero. Santa Rosalia, per chi ci crede, ha dato una mano enorme al Palermo: spacciato, fino a un mese fa, e salvo a campionato concluso. Non un miracolo, secondo Ballardini, ma l’aiuto della patrona di Palermo c’è stato, almeno per i giocatori. E dunque eccoli, i senatori di una squadra “miracolata”, accorsi a piedi verso la statua della santa. Lì la sorpresa: una bandiera rosanero all’ingresso della cripta, una sciarpa appesa nella statua che raffigura colei che liberò il capoluogo siciliano dalla peste e l’accoglienza di don Gaetano da vero tifoso. Abbracci, sorrisi, e tanta voglia di vivere in serenità un momento interiore di spiritualità, al termine di una stagione che definire sfibrante sarebbe riduttivo.
Stefano Sorrentino, Giancarlo Gonzalez, Franco Vazquez, Alberto Gilardino, Roberto Vitiello ed Enzo Maresca: tutti presenti i senatori del Palermo, per questo voto dovuto non solo alla città e alla piazza palermitana, ma a loro stessi. "Sinceramente in questo momento si fa fatica a parlare”, ammette il capitano Sorrentino all’uscita dal santuario. “Queste sono cose personali e riservate - prosegue Sorrentino -. Tempo fa avevamo deciso di fare una camminata all'indomani della salvezza e l'abbiamo fatto”. Doveroso farlo subito dopo la festa, al di là della stanchezza: "Stanotte non abbiamo chiuso occhio, ma ne è valsa la pena. Era una cosa interiore nostra, un pensiero e un modo per rilassarsi, per staccare un attimo da tutto quel che è successo quest’anno”. E tutta Palermo si chiede se questo non sia anche un modo per salutare in bellezza: “Anche - taglia corto il capitano, in scadenza di contratto - ma perché andiamo in vacanza”.
A cura di Benedetto Giardina