Tra un viaggio e l'altro Alessandro Del Piero ha trovato il tempo per fermarsi in Italia, Milano - Los Angeles poi di nuovo nel capoluogo lombardo. E allora spazio a quelle che sono state le maglie della sua vita, Juve e nazionale: 'Quando commento la Juve riesco a essere distaccato - racconta alla Gazzetta della Sport - Ma è cosa buona che non possiate vedermi mentre guardo le partite: ogni tanto parte qualche libera esternazione, diciamo così...'. Inutile nascondersi, Del Piero e la Juve sono una cosa sola ma niente battute quando c'è di mezzo il campo: 'Mercoledì contro il Barcellona si è trattato di un’involuzione calcolata. Ho sentito dire che pareggiare o perdere era lo stesso. Non è vero: adesso lo Sporting può solo vincere e la Juve non è costretta a farlo. Il punto è stato fondamentale'. Giusto parlare di chiusura di un’epoca gloriosa per questa Juventus? :' L’inconscia sensazione di appagamento è il primo incubo per allenatore e giocatori dopo tanti successi. Cattiveria e agonismo vengono a galla più facilmente quando perdi. Ma vedo sempre grande impegno e mi aspetto ancora la Juve protagonista in Italia e in Europa'. E Dybala: 'Contro il Barcellona Paulo ha giocato molto bene, è stato l’unico a fare qualcosa in più. Lo frega il macello di gol che ha segnato a inizio stagione. Dybala sta alzando ulteriormente l’asticella. Troverà l’equilibrio per tornare su quei livelli'. Dalla Juve alla nazionale con quel tormentone dei grandi ex in federazione: 'Se mi chiamassero? Non ho il numero memorizzato, quindi lascerei squillare. Poi, se dovessero lasciarmi un messaggio, lo ascolterei'. Il resto dell'intervista la trovate sulle pagine della Gazzetta dello Sport
Data: 24/11/2017 -