Pontisso, regia da Vicenza: "Lasagna grande gamer. Grato all'Udinese"
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Data: 20/03/2019 -

Pontisso, regia da Vicenza: "Lasagna grande gamer. Grato all'Udinese"

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Il mito Pirlo, la playstation con Lasagna, la voglia di ripartire dopo il lungo infortunio: “Ora sto bene, Vicenza è una grande piazza”. Simone Pontisso si racconta
Il mito Pirlo, la playstation con Lasagna, la voglia di ripartire dopo il lungo infortunio: “Ora sto bene, Vicenza è una grande piazza”. Simone Pontisso si racconta

“Futuro? Voglio i playoff con il Vicenza, poi vediamo”. Parola di Simone Pontisso: un inizio di carriera a sognare Pirlo, il debutto in Serie A a 18 anni (con Stramaccioni in panchina) e una promozione che poteva essere da protagonista. Prima di fare il conto con gli infortuni. Alla Spal avevo segnato proprio al mio debutto in B, racconta il centrocampista scuola Udinese ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com. “Una grande emozione, l’avvio che tutti vorrebbero. Ma poi purtroppo sono rimasto fuori diversi mesi per un problema al ginocchio”.

In quel 2016/17 il treno di Semplici corre verso la massima serie, Pontisso non può più. Senza ritrovare il ritmo per quasi due anni. Ma ora sto bene, vivo un buon momento: qui a Vicenza ho trovato subito la fiducia di mister Colella e sono concentrato sul campo per ripagarla”. 7 presenze da febbraio a oggi, dopo essere passato in biancorosso a titolo definitivo (con diritto di recompra per il club dei Pozzo). “Finora sono stato in ambienti piuttosto simili. Grande calore del pubblico e società sempre serie. Mi stanno lasciando tutti qualcosa, li vivo fino in fondo. Udinese e Spal le seguo in tv ancora oggi: per quello che valgono e quello che hanno investito, sono convinto che si salveranno entrambe. E poi i miei ex compagni continuano a tenermi aggiornato”.

Amici, prima che colleghi.Lasagna, D’Alessandro, Perisan. Soprattutto loro, che conosco da tanti anni”. E con cui qualche partita si fa ancora. By remote. “Playstation sempre e comunque. Fifa, ora mi sta prendendo molto anche Fortnite. Una vera epidemia, tra i calciatori. Ma qualcuno ne è immune. Con Kevin giocavamo spesso a Call of Duty, lui ne va matto. Ho provato a portarlo sulla via di Fortnite, ma niente da fare”, sorride Simone.

Figlio della sua generazione, quella di Meret e dei ‘97 che hanno fatto la fortuna della Primavera bianconera. “Non c’è da stupirsi. A Udine il settore giovanile è il massimo: come strutture e organizzazione hai davvero tutto”, continua Pontisso. “Quindi la tua unica concentrazione dev’essere impegnarti, fare allenamento. E lì ci sono i preparatori giusti per farti crescere al meglio”.

Prendendo ispirazione dai più grandi. “Anche quando si tratta di fare solo gli spettatori, ho un debole per i giocatori del mio ruolo”. Ciak, si gira. Ho avuto la fortuna di veder giocare Andrea: uno dei più forti di sempre. Da Pirlo a Pjanic, nel mirino c’è sempre il cervello della Juve. “Senz’altro, in Serie A oggi il bosniaco è il mio preferito. Mentre tra gli altri in attività mi piacciono molto Modric e Kroos. Miti da poco, insomma.

E da buon regista, Pontisso apprezza anche le pellicole. “Oltre a visitare le città in cui vado a giocare, nel tempo libero adoro andare al cinema con la mia ragazza. Soprattutto se c’è un film d’azione. L’ultima uscita, con Simone finalmente protagonista, sta andando in onda nelle sale del Menti: ‘Obiettivo playoff’, ci ha detto pure il titolo.



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