Un bacio rubato e una ferita. "Meritavo un posto all'Europeo 2004"
Le vespe sui colli e gli innamorati che si baciano sotto i portici. Un po’ come …. Bellucci e Nervo dopo un gol, vero Carlo?
“Ahahah, quella storia mi fa impazzire. Era il 2001, giocavamo contro il Brescia. Bellucci, che era molto più basso di me, in settimana mi aveva detto che se avessi segnato, mi avrebbe baciato il ‘nasone’. Feci gol e lui corse verso di me per esultare. Nella concitazione alzai la testa e anziché sul naso, mi baciò sulle labbra. Il giorno dopo tutti i telegiornali parlavano del “bacio gay” dei calciatori. Incredibile. Mia moglie Elisabetta rideva come una matta”.
Elisabetta, sua compagna da una vita, ha condiviso con lui gioie e dolori. Come quella telefonata nel 2004, a poche settimane dagli europei di Spagna. “Ero entrato nel giro della Nazionale di Trapattoni dopo il mondiale in Corea. Mi stavo guadagnando sul campo quella convocazione. Sei amichevoli, sempre da esterno a sinistra. Quando mi chiedevano se avevo mai giocato su quella fascia, fingevo di esserci cresciuto. Poi un giorno chiamò il mister. Mi disse di tenermi pronto e che avrebbe dovuto scegliere tra me e Camoranesi. Misi giù e dissi a Elisabetta di scegliere un posto per le vacanze. Giocavo nel Bologna, mica nella Juve”.
Un’amarezza grande ma non paragonabile a quella dell’anno successivo. “La retrocessione nello spareggio col Parma. Pazzesca. A dieci giornate dalla fine ci mancavano tre punti per salvarci. Non arrivarono mai. Una maledizione. Quel 18 giugno ce l’ho ancora stampato. Noi in lacrime dentro agli spogliatoi, la polizia fuori e la gente che ci urlava di tutto. Il ritratto di un fallimento”.