Da quando ha messo le mani sul Bari, la media-gol al passivo ha denotato un lieve calo (10 in 8 partite giocate, a fronte di 30 su 24 incontri con Guarna tra i pali) e ha conquistato la piazza: parliamo di Alessandro Micai, portiere classe 1993 che consolida in biancorosso una tradizione di famiglia (suo padre e suo zio hanno giocato in porta). In un giorno non casuale per l'ambiente barese, nel quarto anniversario dalla scomparsa di un totem della porta come Franco Mancini ("E' un onore indossare la sua maglia, vestire la maglia del Bari è un orgoglio - ha spiegato Micai - c'è gente che vive per questa squadra, devi dare sempre qualcosa in più di te stesso"), il portiere nato 23 anni fa a Quistello ha analizzato il pirotecnico 3-4 di Salerno, che ha portato l'organico di Andrea Camplone in terza piazza alla pari con Novara e Cesena. "E' stata una partita folle, a Salerno era difficile avere un dialogo con i compagni, complice anche l'ambiente: nonostante i tre gol al passivo, posso dire che c'è grande intesa tra me e il reparto difensivo".
Un Bari molto prolifico in attacco (16 reti fatte nelle ultime cinque partite nel mese di marzo), ma che latita in fase difensiva (8 centri al passivo). "Il nostro gioco è questo - la difesa di Micai - stare alti, ma può starci di fare fatica dietro e concedere qualcosa in più all'avversario. Alla fine abbiamo fatto il doppio dei gol incassati in questo periodo: l'essenziale è che il dato resti immutato fino a fine stagione. Ci metterei una firma grande così". Critiche parate, ma in chiave-playoff occorrerà avere estrema cura dei dettagli: "Faranno la differenza: ad oggi ha ragione il nostro allenatore quando dice che siamo una squadra psicopatica. Dobbiamo lavorare sui cali di attenzione. Quando pensiamo che sia tutto più facile quando siamo sopra di due gol, come a Salerno, sbagliamo". Lunedì sera al San Nicola arriverà il Cesena, nel big match della 34^ giornata: "Sono devastanti, temo la loro qualità - il monito di Micai - in ogni reparto sono preparatissimi: mancheranno Renzetti, Kone, Sensi e Falco, ma hanno un grande organico. Hanno un gran portiere come Gomis, poi ce ne sono tanti che fino a due anni fa guardavo in televisione. Penso a Ragusa e Ciano. Possiamo fare una grande gara". Baby portiere, con i suoi 23 anni, alla guida di un reparto dall'età media che supera i 30, ma con una certezza: "Sento la fiducia dei compagni e questo è fondamentale. Al momento sono al settimo cielo, spero di poter fare qualcosa di più grande in questa piazza. Spesso ci ricordiamo solo quando si vince, quindi spero di poter vincere con il Bari". Luca GuerraData: 30/03/2016 -