Sole, mare, calore. In tre parole, il nuovo mondo calcistico di Kevin-Prince Boateng, pronto a ripartire in estate dal Las Palmas dopo l'ultima parentesi in maglia Milan: il centrocampista ghanese, dopo un ottimo avvio di stagione con la squadra canaria, ha raccontato ai microfoni di Fox Sports (intervista integrale in onda stasera dalle ore 21) il suo impatto con la nuova realtà spagnola, soffermandosi anche su alcuni curiosi aneddoti del suo passato.
"Se la gente venisse alle Canarie sicuramente capirebbe perchè ho scelto di giocare con il Las Palmas: sole e caldo. E' la chiave per svegliarsi la mattina di buon umore - ammette Boateng - Ho giocato nei quattro migliori campionati al mondo: Premier (Tottenham e Portsmouth), Bundesliga (Hertha, Borussia Dortmund, Schalke 04), Serie A (Milan) e ora Liga, ed ogni campionato ha i suoi aspetti positivi e negativi. Il bello del calcio spagnolo è che tutte le squadre, incluse le piccole, vogliono tentare di giocare a calcio".
Dal clima che si respira in città al proprio, nuovo allenatore, Quique Setién: "Quando stavo scegliendo in che squadra andare mi ha attratto molto il progetto che mi hanno proposto: il presidente e l'allenatore sono stati molto chiari, un club piccolo ma forte che vuole giocare bene...e che ambiente ho trovato al mio arrivo alle Canarie! La gente ti saluta per strada quando stai andando allo stadio e la pressione si sente solo dopo. Ho iniziato segnando due gol in due partite e questo è stato positivo, ora dobbiamo continuare così. Quique Setién? Fuori dal campo è una persona molto piacevole, ride, scherza, ma durante gli allenamenti pretende molto e vuole vincere sempre. E' un perfezionista, quando abbiamo giocato al Mestalla facendone 4 al Valencia credevamo di aver fatto un buon lavoro: invece, il giorno successivo, abbiamo avuto una riunione tecnica di un'ora e un quarto solo per segnalare tutti gli errori che abbiamo fatto durante il match...".
Parentesi poi sul passato rossonero, tra un compagno speciale, migliori ricordi e Berlusconi: "Il migliore di tutti? Ronaldinho. Quando è venuto al Milan non era il miglior Ronaldinho mai visto, ma quando voleva mostrava ciò che sapeva fare con il pallone ed era impressionante. In questi momenti ti rendevi conto del fatto che fosse il migliore al mondo, anche più di Zidane, Pelé o Maradona. Quando non usciva la notte e aveva riposato bene, veniva ad allenarsi e menzionava ogni compagno al quale avrebbe fatto un tunnel. E alla fine, ci riusciva. Poteva colpire la traversa quante volte avrebbe voluto e aveva una padronanza del pallone inimmaginabile. Era impossibile trovare tanto talento in un giocatore di 1,80".
"Ho pensato molto prima di lasciare il Milan, ho ricordi indimenticabili di quella epoca: l'anno in cui vincemmo lo scudetto (2011) festeggiai con il moonwalk a San Siro, poi il gol che segnai al Barcellona in Champions (2-3). Berlusconi? E' molto diverso rispetto a ciò che si legge sui giornali - conclude Boateng - Con me è stato una persona molto rispettosa e divertente. Non ci sono molte persone che abbiano vinto quanto lui: affronta tutto con un sorriso, questo è il suo segreto".