Il 1994 di Conte
Dopo le partite, Sarri portava i suoi ragazzi a fare merenda. Tutti insieme si mettevano davanti alla tv per guardare 90° minuto. Mentre lui pareggia con la Sinalunghese, la Serie A scende in campo per la quinta giornata. Tranne la Juventus, che avrebbe giocato il posticipo con l'Inter. Ai bianconeri servono i tre punti per agguantare in vetta il Parma di Zola e Asprilla e la Roma di Balbo e Fonseca. Niente da fare però, a Torino finisce 0-0.
Passano venti minuti, Conte si tuffa di testa ma non riesce a battere Pagliuca. Ha 25 anni, non è più quel ragazzino timoroso che dava del voi a Baggio. Trapattoni, un suo secondo padre, non c'è più. La Juventus - dopo oltre un ventennio - decide di chiudere l'era Boniperti e si affida alla triade Moggi, Giraudo, Bettega (idolo d'infanzia). Per rompere il dominio del Milan, che vince lo scudetto da tre anni, si punta su un allenatore emergente. Un certo Lippi.
Nell'estate del 1994 a Torino arrivano Paulo Sousa e Deschamps. A centrocampo sono in troppi e Conte cambia ruolo. Esterno destro, un'idea che gli piace poco. Va in Nazionale e lo fa intuire ad un giornalista, che il giorno dopo titola "Conte: 'Vinciamo, ma non mi diverto'". Lippi è furibondo, alla prima riunione tecnica dopo la sosta lo sgrida davanti a tutti i compagni: "Sei un egoista", gli dice più o meno. Lui gli dà ragione e torna a pensare da squadra.
Ora - 25 anni dopo - la sua strada incrocia quella del mago di Cavriglia, che lo guardava su 90° minuto fra una sigaretta e l'altra dopo aver pareggiato con la Sinalunghese. Conte e Sarri, in due per un posto. Partiti lontani e mai così vicini.
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1. IL MIO 1994 (L'EDITORIALE DI GIANLUCA DI MARZIO)
2. 6 APRILE 1994: ITALIA-PONTEDERA 1-2 "E IL BRASILE NON ACCETTO' LA SFIDA"
3. 1994: COSA FACEVANO A QUEI TEMPI GLI ALLENATORI DELL'ATTUALE SERIE A?