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Tifosi, più applausi e meno insulti: anche noi dobbiamo cambiare!

È già da un po’ che con l’apertura degli stadi si è tornati ad avere il pubblico sugli spalti. Come calciatrice è stato veramente straziante giocare senza nessuno che ti guardasse e incitasse. Ma anche come spettatrice è stato surreale.

 

 

In uno strano silenzio, quasi religioso, senza urla e applausi abbiamo guardato i nostri campioni vincere e fare gol. Sagome di cartone e cori registrati ci hanno sostituito per far sì che la situazione fosse meno deprimente. Ebbene sì, ora che lo abbiamo provato possiamo dirlo: senza il pubblico, il calcio ha tutto un altro sapore. I tifosi sono un elemento attivo e integrante della partita. Non si esagera dicendo che avere una tifoseria calda è come avere un uomo in più in campo.

 

Bisogna pensare a stadi più consoni

Il calcio femminile da sempre ha un numero molto più ridotto di tifosi, anche se qualcosa sta cambiando: per questo sarebbe giusto pensare a stadi più consoni, più adeguati. Di solito si dà priorità al calcio maschile: nella disponibilità di campi migliori, noi donne veniamo dopo. Di recente mi è capitato di giocare in un campo in cui vi erano perfino degli escrementi di animali. Beh: almeno dovrebbero portare fortuna, no? Ma non è mica finita qui: a fine partita facevamo fatica a riconoscerci tra compagne di squadra perché i fari non funzionavano.

Se si pensa che questo succeda solo in serie minori, vorrei ricordare che, sempre di recente, la partita di qualificazione ai mondiali femminili 2023, Croazia-Italia, è stata sospesa per mancanza di elettricità. Fate voi…

 

 

Lati positivi? Forse uno, forse. Meno è il pubblico, meno possono essere gli episodi poco edificanti sugli spalti. Anche se questo, ahimè, non sempre avviene. Ve ne racconto un’altra. Di recente, mi è capitato di giocare una partita in un cui i tifosi avversari hanno insultato me e le mie compagne dall’inizio alla fine. Parolacce, fischi, insulti a sfondo personale da una tribuna piena di persone che aveva come unico intento quello di demolirci. A fine partita hanno scavalcato le recinzioni della tribuna e dagli spalti volevano entrare in campo, al punto che siamo state costrette a scappare negli spogliatoi. Pensate se avessimo vinto…

 

 

Che poi, a dirla tutta, questa tifoseria non è nemmeno alla prima sanzione. Ma noi cosa possiamo farci? Essere superiori? È cosa ovvia, ma non è per nulla semplice. Cosa fareste voi davanti ad una folla che vi insulta? Io per prima, probabilmente, non ho reagito nella maniera giusta (tutta colpa della isaBELVA che c’è in me) ma quanto successo mi ha particolarmente toccato, portandomi inizialmente a rispondere personalmente a queste persone. Poi, per tutta la sera, sono rimasta scossa e amareggiata.

 

Abbiamo bisogno di voi

Probabilmente noi ragazze non siamo ancora abituate ad un pubblico di questo tipo, e dovrebbe essere giusto non abituarcisi mai. E allora venite a vederci, supportateci. Incoraggiateci: abbiamo bisogno di voi. Anche perché, ve lo assicuro: “Giocare senza pubblico è come ballare senza musica…”

Redazione

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