Il Fantacalcio, fatte poche eccezioni, è cosa da uomini. E se durante il campionato una ragazza è più o meno abituata a sentirsi dire da amici e fidanzato: “Non posso, devo mandare la formazione”, non ha idea di cosa sia, a inizio stagione, l’asta. A meno che non ci capiti in mezzo. L’appuntamento sembra regolato dall’euforia, ma il clima goliardico è solo apparente. Anche lei percepisce una tensione latente (che deflagrerà tra le compravendite di centrocampisti e attaccanti). Le balza subito all’occhio lo starter pack del fantallenatore: pc, tabelle excel, statistiche e dati. L’apertura è incoraggiante: “Ragazzi almeno stavolta cerchiamo di non fare le 4”; motto che a insaputa della partecipante occasionale, verrà matematicamente disatteso. A proposito di scienza esatta, nel Fantacalcio non ne esiste l’ombra, se non proprio a questo appuntamento. Dopo pizze, birre e racconti delle vacanze, si diventa concreti. Lei, in un silenzio che non si sogna di interrompere, si prefigge di comprendere almeno le nozioni di base, ma presto si accorge che è tutto troppo veloce e troppo complicato. Il vincitore del campionato concluso a maggio dà il via. Lo scopo è la formazione della propria squadra, per cercare di ripetersi o di diventare nuovi leader. L’ansia sale: si parte tra pagelle, le neopromosse in Serie A, cessioni, prestiti, crediti, bonus, intuizioni e strategie… il senso di smarrimento, per la ragazza, è già ad un punto di non ritorno. L’unica certezza rasserenante, che era quella di non perderci la nottata, viene distrutta alla prima compravendita, quella dei portieri, costata agli allenatori troppi crediti e troppo tempo. Qualcuno tuona: “Dai però, due ore solo per i portieri no!!!”. Lei è naturalmente d’accordo e non immagina che se per i portieri si impiegano due ore, con centrocampisti e attaccanti si rischia di albeggiare. La concitazione sale, le pensate aumentano, i crediti finiscono. L’altalena tra esterni offensivi, ali, terzini e punte centrali somiglia a quelle di btp e bond all’apertura della Borsa il lunedì. Non si orienta tra le uscite (ormai deliranti) sulle proiezioni tipo: “Higuain non può fare gli stessi gol dell’anno scorso, l’hai pagato troppo”, “Kessie è un fenomeno”, “Ho speso troppo ma quest’anno Dzeko fa 20 gol”. Ma percepisce che l’asta si avvia alla conclusione e, confermato lo sconcerto e il senso di totale insipienza, è contenta perché ci si saluta, fino all’anno prossimo. E sbaglia, perché l’asta riparatrice è dietro l’angolo. Il fantacalcio, a eccezione di poche, conferma di essere una questione tra uomini.
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