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“Io sarò leggenda”. Buffon, andata e ritorno per Mosca 20 anni dopo

Il ricorso è molto simpatico, ma ne avrei fatto volentieri a meno”, così Gigi Buffon a Rai Sport, che proprio a Mosca il 29 Ottobre 1997 esordì in nazionale, anche lì in uno spareggio e che sempre in Russia vuole chiudere la sua carriera: “Se passiamo, per me sarà leggenda. È sempre un rischio, l’importante è che il risultato finale sia lo stesso di vent’anni fa“. Due decenni dopo è tutto diverso comunque: “Un po’ mi manca quella spensieratezza, quella spavalderia tipica di chi è giovane e deve ancora prendere bacchettate sulle dita. Più vinci, più sbagli, più impari; poi maturi e impari a contare fino a dieci. Adesso sono più riflessivo, mi auguro che sia diventato anche un portiere migliore. Una volta combattevo l’ignoto con un eccesso di esuberanza che poteva sembrare irriverenza nei confronti e del mondo, adesso invece so bene a cosa vado incontro“. E allora testa solo alla Svezia: “Di loro mi fa paura la loro metodicità. Fanno sempre le stesse cose, ma le fanno bene. Con queste squadre se giochi da sei perdi, se giochi da 6,5 pareggi, da 7 in su invece vinci. Perciò occorre fare una bella partita anche individualmente“. I ricordi del “biscotto” all’Europeo 2004 sono lontani. “Il tempo passa. L’uscita da quell’Europeo fu bruciante, ma se avessimo fatto meglio prima, non ci sarebbero stati problemi. Se ti ritieni un giocatore forte, sai che il destino passa dalle tue mani“. Oggi i concetti sono gli stessi. “Non dobbiamo sentire la pressione esterna. Sappiamo già che andiamo incontro a due partite importanti per il nostro calcio e per l’Italia intera. Abbiamo fiducia in Ventura. Il confronto del Filadelfia tra noi azzurri è stato fatto passare come un qualcosa di eccezionale, invece è normale che dei professionisti, quando non riescono a esprimersi, debbano essere disponibili a qualsiasi confronto per superare gli ostacoli. Capita spesso sia alla Juventus che alla Nazionale, ma magari non si viene a sapere“. Buffon poi punta su Zaza: “Ingiusto all’Europeo farne un capro espiatorio, e coccola Pirlo: “gli ho scritto che deve essere orgoglioso della sua carriera”. Infine il passaggio più importante: l’Italia andrà al Mondiale? “Se me lo chiedevate vent’anni fa avrei risposto: “Siamo già al Mondiale”; ora dico: “Stiamo lavorando per andarci””.

Redazione

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