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“Io come CR7? Ci ho provato”: Simy e un incubo rovesciate riaffiorato in casa Juventus. Il Napoli ringrazia

La rovesciata. Il tormento di casa Juve nel mese di aprile. Due gol subiti così in quindici giorni e spettri che riaffiorano. Prima CR7 in Champions, poi Simy del Crotone in Serie A. Per il nigeriano roba da… “CR7 chi?”. Tormentone già scattato sui social a suon di meme. Ma non esageriamo. “Io come Ronaldo? Ci ho provato”, ha ammesso euforico l’attaccante nel post partita. Zenga stesso si è prestato volentieri allo scherzo: Un’azione provata in allenamento? Logico”, ammette divertito l’allenatore del Crotone. Se la rovesciata fosse davvero l’unico modo per segnare a questa Juve, Sarri in vista di domenica potrebbe optare per qualche sessione extra di allenamenti dedicati a questo gesto tecnico. Scherzi a parte, la rovesciata di Simy non avrà la stessa bellezza estetica di quella di Ronaldo ma pesa ugualmente come un macigno. Sia per il Crotone per il punto importantissimo strappato alla Juventus grazie alla prima, storica rete di sempre segnata dai calabresi contro i bianconeri, sia per aver donato ancora maggior fascino al big match di domenica che dice Napoli a -4. Una lotta scudetto che se prima non era chiusa, ora è riapertissima. Simy però pensa a tutt’altro: “Non mi interessa aver riaperto la corsa scudetto, mi interessa solo il Crotone e la salvezza”. Com’è giusto che sia. Col Napoli che tuttavia non può che ringraziare quel colosso di quasi due metri made in Lagos arrivato al terzo gol stagionale. Simy stesso è pronto a sperare che un gol così sia solo l’inizio di un finale di stagione in crescendo. Della definitiva esplosione. D’altronde, lui ha sempre lavorato per questo. La mia più grande forza è la voglia di imparare”. Fin da quando iniziò a giocare a pallone all’età di 4 anni nel Guo, squadra della sua città, nonostante un’infanzia “non facile, ma i miei genitori hanno cercato di non far mancare niente né a me né ai miei fratelli. Ci hanno sempre sostenuto”. Per lui il calcio è sempre stato tutto. Una vita divisa a metà tra libri e pallone. “Potevo giocare solo dopo scuola, mentre io l’avrei fatto tutto il giorno”. Fino a quando giocare a calcio è diventato il suo mestiere, accettando senza nemmeno pensarci un attimo di trasferirsi in Portogallo nel momento in cui gli si presentò l’occasione: “È stata una decisione molto difficile, ma volevo inseguire il mio sogno”. Qualche difficoltà di ambientamento, certo. “Mi sentivo perso inizialmente, non sapevo la lingua e mi mancava la mia famiglia”. Ma Simy ce l’ha fatta. Merito in gran parte della super stagione 2015/2016 in Segunda Liga col Gil Vicente: 20 gol in 43 partite. Un’annata incredibile che spinse il Crotone a portarlo in Italia. Sognando “la Liga! È il campionato migliore al mondo per me”, affermò in un’intervista passata. Così da poter sfidare magari un giorno quel CR7 a cui è stato inevitabilmente paragonato dopo il gol in rovesciata messo a segno contro la Juventus. La rete più bella della carriera del ’92 nigeriano: siamo pronti a scommetterci. Ma soprattutto un gesto tecnico tanto bello quanto odiato dai tifosi della Juventus nell’ultimo periodo. Un tormento del quale non vorranno più sentir parlare per molto, molto tempo.

Alberto Trovamala

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