“Un generoso. E un innamorato del calcio”. Così Walter Novellino parla di Maurizio Zamparini, l’ex storico presidente di Venezia e Palermo che è scomparso questa notte a 80 anni. Un pezzo di strada fatta insieme, un pezzo importante prima a Venezia e poi a Palermo. “Quando mi chiamò in Sicilia mi disse ‘Vieni da me, sei l’unico allenatore che non ho mai esonerato nella mia vita’. Era vero. Ma poi dopo due mesi in rosanero cacciò anche me” ricorda l’ex allenatore avellinese che si sente a Zamparini molto legato. “Gli devo tanto, mi ha dato fiducia e mi ha insegnato tanto condividere con lui le esperienze in campo. Dall’esterno poteva sembrare un fumantino, in realtà è sempre stato un Presidente generoso, di cuore, che lasciava da parte il business e pensava al calcio. Tirando fuori i soldi sempre, quando serviva”.
Ma di calcio Zamparini voleva anche saperne più di tutti. “Era la sua passione, voleva parlare di tattica, prendere parte alla vita della squadra anche negli spogliatoi. Se riuscivi a gestirlo in quei momenti lì, allora il gioco era riuscito. Non era facile, ma c’era chi sapeva farlo, come Beppe Marotta o Gianni Di Marzio. Una volta, dopo un pareggio deludente contro la Sampdoria, venne negli spogliatoi ad insultare tutti. Lo feci uscire e mi esonerò davanti alla squadra. Il mattino seguente, alle 7, mi chiamò: ‘Hai avuto paura che ti esonerassi, vero? Non ci hai dormito tutta la notte?’ scherzò. E continuammo insieme”.
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“Oggi sarebbe complicato ritrovare un Presidente come Zamparini” continua Novellino nel suo ricordo a Gianlucadimarzio.com. “Lo chiamano ‘mangiallenatori’? La nomea era vera, quando si pareggiavano due partite di fila andava fuori di testa. Ma se sapevi averci a che fare, non ti mangiava. La prima volta ci incontrammo a Venezia, io arrivavo da Ravenna e lui voleva vincere il campionato per andare in A. Mi disse di non preoccuparmi dei soldi, dei calciatori: ‘Ho scelto l’allenatore migliore, voglio vincere’ e alla fine ci riuscimmo”.
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Tra le tante scoperte in campo di Zamparini anche quella di Franco Vazquez, l’argentino che Novellino incrociò proprio a Palermo. “Stravedeva per il calciatore, venne da me e mi chiese di cambiargli il ruolo in campo, usandolo da prima punta. ‘Così non daremo punti di riferimento agli avversari’. A volte era un po’ invadente in queste idee da allenatore, ma ci era arrivato prima di tutti”.
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