Il presidente della FIGC Gabriele Gravina, intervenuto ai microfoni di Radio Rai, ha fatto il punto dopo le prime due giornate che hanno dato il via ad una nuova stagione.
Dalla riforma dei campionati ai tifosi nuovamente all’interno degli stadi, il pensiero da parte di Gravina è chiaro: ”Serve una riforma“.
Il tema ricorrente è quello che riguarda la riforma dei campionati, argomento al quale Gabriele Gravina non si è di certo sottratto: ”Quando si parla di riforma dei campionati si commette sempre un errore strategico: si pensa sempre solo alla Lega Pro, ma il calcio italiano ha bisogno di una riforma di sistema e culturale. Deve riguardare la Serie A, la B, la Lega Pro e i Dilettanti. C’è un progetto pronto, se la Federazione avrà la forza di prendere posizione allora si farà un passo avanti, altrimenti convocherò un Consiglio straordinario con le società: la riforma non è procrastinabile”
E ancora: ”Dobbiamo dare sostenibilità e stabilità al sistema, agendo subito sulla riforma dei campionati professionistici. Dobbiamo lavorare sulle infrastrutture e stiamo valutando l’inserimento di nuovo requisiti, per modelli di business nuovi”.
Con l’avvio della nuova stagione sono tornati anche i tifosi allo stadio, seppur con le dovute precauzioni. Così Gravina sull’argomento: ”Il pubblico è uno degli elementi fondamentali per il prodotto calcio. C’è entusiasmo e partecipazione, l’anima del nostro sport. Ci rassicura il fatto che i controlli per il Green Pass vadano bene, siamo tranquilli per questo. L’uso della mascherina è fondamentale, così come il distanziamento. Non è facile mantenere la scacchiera in modo rigido, soprattutto in alcune fasi delle partite”.
In chiusura, una riflessione sull’impatto della pandemia, che ha portato non pochi disagi al mondo dello sport. Per Gravina, però la ricetta sembra essere già pronta: ”La pandemia ha generato criticità importanti non solo nel mondo del calcio e dello sport, ma soprattutto in quello dell’economia. Abbiamo perso tanti soldi che dobbiamo recuperare, i settori giovanili rappresentano un campo strategico. Dobbiamo partire dagli ottimi risultati delle Nazionali giovanili, facendo sì che i giovani giochino in Serie A, dove c’è carenza di giocatori che provengono dai settori giovanili”.
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