Nel nominargli San Siro, tornata ormai da anni tappa fissa almeno per due volte a stagione, gli occhi brillano e la mente si apre. Con Stephan El Shaarawy non può che essere così: parola chiave inserita, cassaforte dei ricordi aperta. Lì dove ha scritto e continua a scrivere, anno dopo anno e pur con una maglia diversa, pagine di un’avventura semplicemente indimenticabile.
Allenarsi a parte in settimana, rischiare di non essere pronto per sfidare l’Inter. Tornare su quel campo, però, cercando ancora punti importanti per restare attaccati al treno Champions, valeva per lui più di qualsiasi acciacco: un’emozione, da rivivere, per sempre. Torna Stephan e cambia la Roma: più pimpante in zona offensiva, certezza in più per tentare di far male. A maggior ragione a San Siro, stadio che ne ha consacrato l’esplosione ad alti livelli: la perla di oggi, valsa un punto preziosissimo nella corsa al 4º posto, ne è la più perfetta dimostrazione.
Spunto solitario, movimento di Dzeko e Pellegrini ad aprire il campo: rientro su D’Ambrosio, finta su de Vrij, destro a giro splendido e senza scampo per Handanovic. Rieccola, la piacevole abitudine di ElSha: segnare sempre, nelle ultime 4 stagioni, contro Inter o Milan al “Meazza”, da rapace (come nella passata stagione, sfruttando l’errore di Santon) o con il suo marchio di fabbrica, replicato oggi e già visto due anni prima contro il “suo” Milan.
Dal chiedere scusa ai tifosi del club che portava nel cuore, realizzando il sogno di vestire la maglia rossonera anche al fianco dell’idolo Kakà, ad una gioia odierna quasi trattenuta: cambia il modo di vivere un’esultanza, non la sostanza. Giocare a San Siro, per El Shaarawy, è e resterà sempre “un’emozione unica”: segnare, indipendentemente dall’avversario, la ciliegina sulla torta ad una serata speciale. Quella in cui tornare a toccare quota 10 gol in stagione, per la prima volta dopo 6 anni, quando sprintava per e con il Milan verso la Champions League. Consacrandosi con sprazzi di talento che pian piano, passo dopo passo, sono tornati a farsi vedere: inseguendo con colori diversi, ma con identica voglia, lo stesso obiettivo.
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