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Inter, presentato Éder: “Grande traguardo arrivare qui, ringrazio la società”. Le foto

Voluto, cercato, desiderato e… ottenuto, negli ultimi giorni di un mercato ormai prossimo alla sua conclusione. Mancini e l’Inter sono finalmente riusciti ad abbracciare Éder: l’attaccante ex Sampdoria, ufficializzato nel pomeriggio dopo le visite mediche sostenute stamani, è stato presentato ad Appiano Gentile. Ecco le sue parole:

“Arrivare all’Inter significa un grande traguardo è un grande sacrificio, conosco la storia nerazzurra negli undici anni che sono stato qui. È una sfida bella e importante, ringrazio Thohir e la società che mi ha dato questa opportunità”.

“C’era il Leicester, ma ha pesato tanto l’interesse dell’Inter – ammette Éder – è stata una decisione bella restare qui in Italia in un grande club. Non credo che i gol siano una responsabilità, non penso ai gol ma al sacrificio per la squadra: mi viene in mente Callejón, che si sacrifica tanto per la squadra. Non importa chi segni, ma vincere: è importante per l’attaccante un gol, con le prestazioni i gol arrivano”

“Io sottovalutato in questi anni? No, penso che prima non avevo la stessa testa, non mi curavo come ora. Avevo fatto 50 gol in 2 anni in B, arrivando alla Sampdoria ho poi aggiustato ancor di più la mia mentalità, lavorando in modo più serio e professionale: sono arrivate tante belle cose”. Poi, una parentesi sul derby e su un possibile contatto con Conte: “Non ho parlato con Conte. Io qui già da agosto? Avevamo parlato, ma poi non si è fatto più nulla. Il derby? È una partita che si prepara da sola, alla Samp mi sono sempre allenato a parte in questa settimana ma sono in forma e a disposizione del mister. In che modulo giocherò? Deciderà il mister, abbiamo tanti altri attaccanti e la forza di una grande squadra è avere tutti pronti, competitivi per dare il massimo”.

Sulla passione per il numero 23, infine: “Mi è sempre piaciuto indossare il 7 o il 17, ma quando arevival alla Sampdoria ed ero in viaggio verso Genova vidi un cartello con un “23” e decisi di scegliere quel numero. Ho chiesto a Ranocchia se potessi prenderlo e mi ha detto che non c’erano problemi”.

 

 

Simone Nobilini

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