“Decisiva no, importantissima sì”. Così Simone Inzaghi aveva risposto ieri, in conferenza, a 24 ore dal match contro il Napoli. E l’Inter tutta deve averlo ascoltato. I nerazzurri strapazzano la squadra dell’ex Spalletti e portano a casa tre punti pur rischiando nel finale di gara la beffa clamorosa, ma è una vittoria che ci sta per quanto visto durante tutta la gara e durante un dominio territoriale che proprio Inzaghi ha saputo sfruttare alla grande.
Il dubbio rigorista non c’è più: “Abbiamo Chalanoglu, Lautaro e anche Perisic” aveva specificato l’allenatore interista ieri, e ha fatto bene a mettere quest’ordine, perché il turco dopo il Derby non tradisce mai. Una squadra, l’Inter, che ora si rilancia: la doppia sconfitta contemporanea di Milan e Napoli vale tre punti pesantissimi che riportano i nerazzurri a -4 da quella vetta che da campioni in carica tocca difendere.
Un Inzaghi sibillino quello ascoltato ieri in conferenza. Soprattutto quando parla di Lautaro: “Non segna? Sono stato attaccante anche io, mi sono capitati questi momenti in cui non va dentro, capitava anche a mio fratello”. Lautaro come gli Inzaghi, allora, bravo a calare il tris sul match nella ripresa dopo una azione delle sue: “Dovevamo dimostrare qualcosa oggi, la squadra lo ha fatto” le parole dell’argentino che dopo la sosta di ottobre non aveva convinto e ora torna dalla pausa di novembre nel migliore dei modi.
“Ho chiesto scusa ai tifosi perché capita di sbagliare. Ma il problema non sono i miei gol, l’Inter è più importante” ha continuato il Toro nerazzurro. Che anche senza Dzeko ha saputo reggere il peso della fase offensiva e ha riavvicinato i suoi alla vetta. Lo scudetto – il secondo di fila – non è troppo lontano, ora: l’Inter c’è e da Milano la candidatura arriva forte e chiara.
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