Una gara che va ben oltre i tre punti. “Secondo me vale molto
di più per quel che riesci a produrre nella testa dei calciatori,
nell’entusiasmo dei tifosi. Questa settimana non abbiamo pensato né al
Barcellona, né al campionato: abbiamo pensato solo al derby. Io abito in un bel
posto a Milano, dove si assorbe tutta la sensazione degli interisti: la sintesi
potrebbe essere che questa partita è il termometro più corretto per misurare quanto
siamo malati dell’Inter”, esordisce così in conferenza stampa l’allenatore nerazzurro
Luciano Spalletti. “In questo match è fondamentale essere esigenti con noi stessi e richiedere grandi cose, grandi giocate, disponibilità, intensità, qualità e confronti faccia a faccia. Perché questa partita vuole questo. Poi ci sarà un risultato e lo prenderemo ovviamente in considerazione”, ha proseguito Spalletti.
“Io non rinuncerò mai a chiedere grandi cose ai miei calciatori. Abbiamo un’etica, una professionalità nel lavorare che cancella qualsiasi timore. Quando sei nel tuo posto a lavorare e sei convinto di quel che fai e hai sentimento per il lavoro che fai non ci sono timori di nessun genere. E poi noi vogliamo giocarlo a viso aperto questo derby perché ci saranno molti interisti a vederlo dentro lo stadio, c’è il quarto anello composto dai divani a casa con sopra i nostri tifosi a incitarci. Se si vuol far parte della storia dell’Inter e non solo starci dentro per la durata del contratto, passa da questa partita. I contratti ti fanno star qui per gli anni che ci sei, se vinci sei nella storia”.
L’allenatore dell’Inter ha poi aggiunto: “Trovo che la mia squadra sia cresciuta di mentalità, gioco, carattere e che ci siano ampi margini ancora. Se temo la gara dopo la sosta? Noi siamo al completo ho tutti i giocatori a disposizione, per cui io sono a posto. Io da quando sono diventato allenatore dell’Inter vado in giro petto in fuori e mani dietro la schiena. Vecino? Come ho detto prima, ho tutti i calciatori a disposizione”. Spalletti elogia poi l’allenatore del Milan: “Faccio i complimenti a Gattuso per come gioca la sua
squadra. E’ un allenatore giovane, che stimo. Sta facendo vedere un modo
giovane di far giocare la sua squadra. In Italia ci sono tanti giovani bravi allenatori.
“Icardi e Higuain? Sono due calciatori che ti fanno rimanere a bocca aperta per le giocate che fanno. Uno ha probabilmente caratteristiche un po’ diverse dall’altro, ma tutti e due sono fondamentali per lo sviluppo del gioco delle proprie squadre. Mi fanno sorridere quelli che dicono che Icardi non è molto tecnico. Dal mio punto di vista mia è facile scegliere: perché uno è interista e io scelgo l’interista. A Icardi non dobbiamo chiedere niente, lasciamo com’è che per noi è
perfetto. Poi ci sono cose che tutte le persone intelligenti vanno a cercare di
migliorare. Lasciatelo stare com’è che a me garba così”, ha concluso l’allenatore dell’Inter.
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