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Le scelte tattiche e la fiducia a Gabbia: così Fonseca ha vinto il derby

Doveva essere un’ultima spiaggia e Paulo Fonseca, sul derby di Milano, ha fatto all-in. L’allenatore del Milan ha sorpreso con scelte coraggiose e alla fine ha avuto ragione. Il portoghese ha riportato così i rossoneri a vincere il derby a più di due anni dall’ultima volta. Una partita improntata sulla fase offensiva, con atteggiamento propositivo che è valso prima il gol di Pulisic in avvio di gara e poi quello di Gabbia, dopo un assedio durato quasi tutto il secondo tempo. Ma la firma più importante è proprio quella dell’uomo seduto in panchina.

 

Gabbia e il 4-2-4, le scelte che hanno deciso il derby

La posta in palio era altissima e Fonseca lo sapeva. Non solo il Milan veniva da sei sconfitte consecutive nei derby con l’Inter, ma questo, per l’allenatore, era già un’ultima spiaggia. Con la panchina in bilico, nella partita più importante ha deciso di rischiare e ha avuto ragione. Alla base della vittoria rossonera c’è una rivoluzione tattica che poteva sembrare imprudente. La scelta è ricaduta su quello che sulla carta era un inedito 4-4-2. Di fatto, in campo si è visto un 4-2-4, con i soli Fofana e Reijnders a centrocampo, alle spalle di quattro attaccanti come Pulisic, Morata, Abraham e Leao.

 

Una dichiarazione d’intenti chiara, come poi confermato anche dal forte avvio del Milan. Un approccio aggressivo che ha colto di sorpresa l’Inter, passata in svantaggio dopo un 11 minuti col gol di Pulisic. I nerazzurri sembravano essere rientrati in partita col pareggio di Dimarco, che però non ha cambiato di una virgola i piani del Milan. Anzi, nel secondo tempo è iniziato il vero assedio rossonero. Accontentarsi del pareggio era un’opzione mai presa in considerazione da Fonseca, che pur di trovare il 2-1 ha anche fatto cambi offensivi con gli ingressi di Okafor, Loftus-Cheek e Chukwueze. Un assetto quindi mai conservativo. Ma con tutti questi attaccanti in campo, a vincerla è stata la difesa. 

 

 

È stata l’altra scelta forte e a sopresa di Fonseca, che ha dato fiducia dal primo minuto a Matteo Gabbia, preferito a Pavlovic. L’uomo che non ti aspetti, che nessuno si aspettava, se non il suo allenatore. Il suo stacco in area di rigore all’89’ è valso il nuovo vantaggio del Milan, quello definitivo. Dopo pochi minuti è arrivato il triplice fischio. Una liberazione per il Milan e i milanisti. Una vittoria anche e soprattutto di Fonseca, che per andarla a vincere ha rischiato di perderla. Dopo essere stato messo in discussione ha dato la risposta più importante possibile. Una vittoria che sa di punto di partenza. Nella serata di San Siro si è visto per la prima volta il vero Milan di Fonseca.

Simone Solenghi

Nato nel 2003 e cresciuto a Piacenza, da sempre vivo a San Nicolò, il paese degli Inzaghi. Mi accomuna a loro la passione per il calcio, nata dalla prima volta in cui andai allo stadio con mio nonno. Con la palla non ho la stessa qualità, quindi ho preferito passare dal campo alla tastiera. Dalle telecronache delle mie partite alla playstation sono così passato ai primi articoli su Serie C e D. Il racconto dello sport mi affascina da sempre, ora sogno di farne il mio lavoro.

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