Ci sono incontri diversi dagli altri. Incontri che ti permettono di capirti un po’ di più. Riguardarti indietro, comprendere il percorso fatto e la crescita avuta. E per l’Inter, nel tornare ad affrontare il Manchester City, sarà un po’ così. Sarà la prima volta dopo la finale persa a Istanbul il 10 giugno 2023. Quel giorno sembra a tratti lontanissimo e a tratti così vicino. Tante le cose che sono cambiate e tante quelle che invece sono rimaste uguali. Alcuni protagonisti sono diversi, altri sono divenuti invece senatori e riferimenti di un popolo. L’uomo in panchina è sempre lo stesso, Simone Inzaghi. Ciò che è certo è che quella finale ha cambiato nel profondo testa e cuore dell’Inter. Ne ha modificato la mentalità, consolidato la consapevolezza. Le ha consegnato un nuovo status.
La finale di Istanbul è stata per l’universo nerazzurro quasi paradossale. Perché quella partita, nonostante la sconfitta, ha per certi versi fatto bene all’Inter. Quella partita e il percorso che la squadra aveva fatto per arrivare fin lì. Una stagione non facile, soprattutto in campionato. Dubbi e incertezze intorno alla squadra. Fino alla Champions. Porto, Benfica e il doppio confronto con il Milan in semifinale. Un’annata riscattata. La percezione di una squadra forte e sicura. Sensazioni diventate concreta realtà. Anche in quella finale, nonostante la sconfitta. Una partita giocata alla pari contro l’avversario probabilmente più dominante in Europa. Lacrime e tristezza al termine dei 90’. Ma anche una consapevolezza nuova e diversa. Sliding doors.
Ed è in quei momenti che si può leggere l’inizio della storia che porterà l’Inter a vincere lo scudetto e conquistare la seconda stella. Da quel 10 giugno è iniziato un percorso di crescita e cambiamento. Prima degli addii importanti, come quelli di Onana e Lukaku, e l’arrivo di Thuram, Pavard e Frattesi. Giocatori come Lautaro, Barella, Calhanoglu, Dimarco e Bastoni capaci di compiere un ulteriore step in termini di personalità. Un campionato vinto dando una costante impressione di controllo e sicurezza. Nel gioco e nel carattere. Una continua crescita inserita in un percorso di continuità. I nerazzurri, infatti, sono stati in grado di innovarsi, trovando soluzioni tattiche nuove e una fluidità armonica sempre maggiore in campo.
La leadership gentile di Simone Inzaghi, uomini divenuti riferimenti nello spogliatoio, il legame simbiotico creatosi con il pubblico: dopo Istanbul l’Inter è diventata l’Inter. In estate una rosa confermata con l’aggiunta di pochi innesti. Un cammino da proseguire. Ora di fronte ci sarà di nuovo il City per l’esordio nella nuova Champions. Sono passati mesi, uno scudetto e novità unite a conferme: il mondo nerazzurro è pronto.
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