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Pirlo: “Siamo la Juve: senza paura a San Siro. Sono grato a Conte”

Pochi giorni dopo la vittoria contro il Milan, Andrea Pirlo e la Juventus tornano a San Siro: ad attenderli, stavolta, ci sono l'Inter e il grande ex Antonio Conte, con cui Pirlo in bianconero ha vinto tre scudetti. Una partita molto importante per le ambizioni di entrambe le squadre: l'allenatore – come dichiarato nella conferenza stampa di presentazione – se la aspetta così. "Credo che l'Inter all'inizio sarà aggressiva per dare ritmo. Noi però ci siamo preparati anche per questo non dovremo aver paura di andare a San Siro e fare la partita, perché siamo la Juventus. Vogliamo dare la nostra impronta anche in una gara così importante: sarà una partita tattica, ma dovremo essere liberi di testa e giocarcela". Ma Pirlo, firmerebbe per un pareggio? "Come detto, andremo a Milano per giocare e vincere la partita, non si parte mai per un pareggio. Ma ripeto che, pur importante, non è una partita fondamentale per il campionato, quindi andrà giocata a viso aperto sapendo che di fronte abbiamo una grande squadra". 

Sarà una Juve con un po' di assenze causa Covid e alcuni calciatori reduci da piccoli problemi fisici: "Stiamo ancora aspettando l'esito dei tamponi – spiega Pirlo – mentre gli infortunati oggi si sono aggregati alla squadra e valuteremo domani chi sarà più in forma per partire titolare. Chiellini con Bonucci? Giorgio sta bene, per fortuna dopo il Genoa non ha avuto problemi ed è pronto e carico per giocare questa grande sfida. Per noi è un valore aggiunto".

Ramsey e McKennie sono due uomini chiave per il centrocampo bianconero:  "Weston può partire dall'inizio, oggi si è allenato con noi, Ha recuperato e anche se non è al 100% già averlo a disposizione è una bella cosa, quindi domani vediamo come starà e se partirà dall'inizio o a gara in corsa. Ramsey sta bene, si è allenato e non ha nessun problema a scendere in campo". Infine, Pirlo parla del suo rapporto con l'allenatore che sfiderà domani: "Lui è stato il primo che mi ha fatto pensare di studiare da allenatore e gli sono grato per questo. Mi ha insegnato tante cose da giocatore e da lì è nato il pensiero di un futuro da allenatore. Ora però siamo avversari, che si rispettano e si stimano, ma avversari".

Redazione

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