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Inter, Icardi: “Manchester United? La risposta sarà sempre la stessa”

Mauro Icardi dichiara il suo amore. Per una volta non è Wanda Nara la destinataria di tanto affetto ma il suo club, l’Inter. Nonostante voci di mercato, presunti malumori e litigi con Mancini, l’attaccante argentino non si vede con una maglia diversa:  “La mia famiglia e io stiamo bene in questa città – si legge nelle pagine del Corriere dello Sport – e qui voglio vivere a lungo. Quando con i dirigenti trattavamo il prolungamento, ho detto chiaramente che volevo restare. Le offerte per andare altrove c’erano, ma io avevo chiaro in mente che era meglio restare qua. Manchester United? La mia risposta sarà sempre la stessa: voglio restare qua. Se il Manchester mi cercherà, non sarà né la prima né nell’ultima società che posso rifiutare. Mi sento bene a Milano e non intendo andarmene. La società ha un grande progetto e sta facendo grandi investimenti per tornare a vincere e io voglio dare una mano”. Rapporto con Mancini: “Ho letto che io sarei arrabbiato con lui perché sono andato in panchina contro la Roma, il Genoa e il Milan, ma non è vero perché nell’arco di una stagione ci sta di saltare qualche partita. All’inizio se uno non gioca ci rimane un po’ male, ma l’ho subito detto anche al direttore sportivo Ausilio che non c’erano problemi. Tra me e Mancini c’è un buon rapporto”. Icardi capitano dell’Inter nonostante la presenza in rosa di giocatori molto più esperti: “La responsabilità di fare da guida al gruppo la sento, ma abbiamo tanti elementi esperti e nel gruppo siamo 7-8 capitani. Quando devo parlare o incoraggiare i compagni lo faccio”.

 

Feeling co Jovetic: “Con lui ho un ottimo rapporto e lavoriamo per far bene all’Inter. Probabilmente abbiamo un modo diverso di giocare perché lui preferisce andare incontro e avere la palla tra i piedi, mentre io sono più uomo d’area, ma non è vero che tra noi non è scoccata la scintilla e che non possiamo giocare insieme. Vedrete che cresceremo”. Un voto all’Inter: “Fino a metà a dicembre un bel 9 perché siamo andati molto bene. Nell’ultimo mese abbiamo avuto un calo e abbiamo perso qualche punto in classifica. Il voto complessivo è un po’ sceso, ma lavorando fino alla fine possiamo riprenderci. Io credo alla Champions. Fino a inizio gennaio eravamo primi, avevamo dimostrato di poter battere chiunque e di poter stare in alto”. Il feeling con il gol sta tornando: “A inizio stagione tutto era più difficile perché eravamo nuovi e in campo ci conoscevamo meno. Ora invece sappiamo come si muovono i compagni e cosa dobbiamo fare. Nelle ultime due partite abbiamo creato molte più occasioni da rete e abbiamo anche espresso un calcio migliore. Purtroppo abbiamo lasciato per strada punti pesanti contro la Lazio, il Sassuolo e il Carpi ed è arrivato il momento di dare di più, di non commettere certi errori. Non mi pongo mai un obiettivo di gol. Prima dell’arrivo di Mancini ero un centravanti che stava dentro l’area e cercava di fare gol quando riceveva il pallone. Mancini mi chiede di giocare più per la squadra, di muovermi e di partecipare alla manovra. Per me questo è stato un cambiamento importante e mi sto impegnando per metabolizzarlo. Posso migliorare ancora”.

 

Barcellona? Nessun rimpianto: “La percezione di poter diventare un calciatore l’ho avuta arrivando in Italia. A Barcellona hanno un grande settore giovanile, ma solo pochi di quei ragazzi arrivano in prima squadra. Sapevo che dovevo cambiare strada. Dybala e Higuain? Io sono Mauro Icardi e non mi piace invidiare qualcosa agli altri. Ciò premesso, di Higuain mi piacerebbe avere l’abilità di segnare ad ogni pallone toccato. E’ eccezionale. Di Dybala ammiro come va a prendere il pallone e come riesce a inventare gol incredibili. Argentina patria di grandi attaccanti? Siamo cresciuti con pochi lussi e senza videogiochi. Noi andavano in strada a giocare a calcio, con la fame di conquistarci quello che tanti coetanei in Europa avevano. Ci siamo riusciti”.

Redazione

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