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Inter, Eder: “Leicester? Ringrazio Ranieri, ma non me la sono sentita”

Non è riuscito ancora a trovare la rete, ma lui ai gol ci rinuncerebbe volentieri per il bene della squadra. Eder si è messo al servizio dell’Inter e, nonostante il momento negativo, sogna ancora in grande: “La gara con la Fiorentina non è decisiva – si legge nella pagine de La Gazzetta dello Sport – ma può darci una spinta in più. Notevole. L’importante è mantenere l’equilibrio, che si vinca o si perda non sono 3 o 4 punti di distacco che fanno la differenza a questo punto della stagione. Tanti punti in ballo, tante speranze, tantissime possibilità di ribaltare ogni cosa. Magari Juventus-Napoli finisce zero a zero, noi vinciamo a Firenze e il discorso si può riaprire. Credo a una cosa: tutto è nelle nostre mani e negli scontri diretti che avremo con le altre grandi squadre”. Obiettivo Champions: “Io la vedo come il coronamento di un sogno pazzesco: arrivare dal Brasile in Italia, raggiungere la Nazionale, poi l’Inter e quindi il top dei tornei per club, beh, sarebbe veramente il massimo assoluto. Bisogna credere nella Champions perché lavoriamo bene e in un gruppo che mi ha accolto alla grande da subito, per le tante partite che ancora mancano e perché abbiamo Mancini: è un tecnico molto ottimista, vede sempre le cose in maniera positiva”.

 

Gonfiare la rete, dicevamo, è l’ultima preoccupazione: “Del gol non mi voglio preoccupare più di tanto. A un gol che magari finisce per portarti a niente preferisco una grande prestazione. Sono così da sempre, e i risultati di squadra poi sono puntualmente arrivati. Prendiamo l’esempio di Callejon al Napoli: per un po’ non ha fatto gol ma ha lavorato tanto e corso senza soste per il bene della squadra. Poi, palla a quel gigante di Higuain e gol, e Napoli in alto. Insomma: se faccio come Callejon e Icardi segna 30 gol, beh, ci sto. Poi anche alla Sampdoria arrivai a gennaio e fino ad aprile rimasi senza gol. Ma poi mi sbloccai, alla fine feci quelli giusti e andammo in serie A dopo che a un certo punto avevamo 12 punti di distacco dalla zona play-off. Insomma: gli obiettivi vennero raggiunti”. L’attaccante italo-brasiliano ha visto nascere calcisticamente Icardi: “Lo trovo uguale ai tempi della Samp. Forte come ora dentro l’area. A quel tempo, quando salì dalla Primavera, era impressionante: pochi come lui sanno dare tanto dentro l’area. Pochissimi. In cosa è migliorato? Nel dialogare con la squadra, esce per fare sponda, aiuta. Dove può migliorare? Uno come lui deve fare tre gol a partita con i mezzi in possesso: e i 23 anni li farà fra qualche giorno”.

 

Capitolo Nazionale: “Oriundi? Ne sento parlare da 11 anni, non sono stato il primo e non sarò l’ultimo. In tante cose mi sento più italiano che brasiliano: quando torno nel mio paese i miei amici dicono che ho l’accento italiano, una volta amavo i fagioli ma adesso se devo scegliere vado a un ristorante italiano. Il mio bisnonno era di Nove, provincia di Vicenza: quando eravamo in Brasile, la nonna voleva parlassimo solo in italiano in casa e poi fuori potevamo usare il portoghese”. L’estate prossima potrebbe ritrovarsi l’ex compagno Soriano in squadra: “Così si dice… ma non so: certo che se lo prenderà, l’Inter farà un bel colpo. Soriano è un centrocampista moderno, completo, sa fare le due fasi”. Eder spiega i motivi che l’hanno spinto a dire sì all’Inter e no al Leicester: “Non sarei andato in Cina a giocare ma in Inghilterra…Ranieri mi ha chiamato e lo voglio ringraziare. Ma dovevo cambiare abitudini, vita, tutto in sei mesi. E non me la sono sentita, soprattutto quando dall’altra parte c’era una grande forza del calcio come l’Inter. Conte? Mi conosce, sa quel che posso dare. L’Europeo? L’Italia se la gioca con tutti. Da sempre. E poi, guardate ciò che successe nel 2006: della Nazionale parlavano tutti male ma poi…”.

Redazione

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