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Champions da sogno, campionato da incubo: l’Inter di Inzaghi come il Chelsea di Di Matteo

Essere tra le migliori otto di Europa ma perdere undici partite in campionato. È quello che sta succedendo all’Inter di Simone Inzaghi. I nerazzurri sono con un piede alle semifinali di Champions League dopo il 2-0 dell’andata dei quarti contro il Benfica ma contro il Monza è arrivata l’ennesima sconfitta in Serie A. Un ossimoro che in realtà non è una novità. Pe trovare il caso più recente bisogna spostarsi in Premier League e tornare indietro di più di dieci anni, al Chelsea di Villas-Boas e Di Matteo

  

Villas-Boas e Di Matteo: Premier da incubo ma una Champions con il lieto fine

Stagione 2011/12, André Villas-Boas viene annunciato come nuovo allenatore dei Blues in estate, il suo vice è l’italiano Roberto Di Matteo. Il portoghese, in realtà, comincia con il botto: 12 partite e solo una sconfitta. Da ottobre, però, ha inizio il declino: se in Champions arriva la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta da prima del girone, in Premier cominciano ad accomularsi le sconfitte: prima l’1-0 contro il modesto QPR, poi il 5-3 nel derby londinese.

A marzo, dopo la sconfitta contro il Napoli all’andata degli ottavi, arriva la settima sconfitta contro il West Bromwich che coincide anche con l’esonero dello stesso Villas-Boas. Al suo posto viene promosso proprio Di Matteo che non solo ribalta il risultato contro la squadra italiana nel ritorno di Champions, ma porta i Blues alla vittoria finale della competizione in finale contro il Bayern Monaco, portando per la prima volta nella storia il trofeo nella bacheca dei Blues. 

 

E in campionato? A fine anno il Chelsea si posiziona al sesto posto con un totale di 10 partite perse. Accederà all’edizione successiva della Champions League da detentrice della coppa, venendo poi “retrocessa” in Europa League.

 

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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