Categories: Interviste e Storie

La storia Inter-Brozovic, dai fischi alle ovazioni, dai meme ai trofei

La storia tra l’Inter e Marcelo Brozovic sembra ormai prossima alla fine. È ormai ai dettagli la trattativa con l’Al-Nassr per la cessione del centrocampista croato. Una storia lunga otto anni, passata dai fischi agli applausi, a momenti “virali” sui social fino ai trofei vinti fino a quella che probabilmente è stata la sua ultima immagine in maglia Inter: quella di uscita, sconfitto e con la fascia al braccio, accanto alla Champions League.

   

L’arrivo nel 2015 con Mancini e la difficoltà di imporsi

Marcelo Brozovic è arrivato all’Inter dalla Dinamo Zagabria nella sessione invernale della stagione 2014/15. ManciniDe Boer, Pioli, con loro il croato è stato utilizzato prevalentemente da mezzala. Un amore mai sbocciato, con una storia che sarebbe già potuta finire nel gennaio del 2018, con il croato che è stato a un passo dal Siviglia, quando Spalletti era in panchina.

La rivoluzione Spalletti e l’imposizione con Conte e Inzaghi

 Proprio l’allenatore toscano è stato fondamentale nella carriera di Brozovic. Abile a portare il croato dal punto più basso, cioè i fischi al momento dell’uscita di Inter-Bologna del 2018, a renderlo beniamino indiscusso del tifo nerazzurro. Tutto grazie a un arretramento di qualche metro: da trequartista a regista. Regista non classico, ma multitasking: Brozovic corre da tutte le parti (dal 2018-19 al 2021-22 è stato il calciatore maggior distanza media percorsa in Serie A) oltre a gestire i tempi di gioco, le verticalizzazioni. Brozovic è diventato il battito nel cuore dell‘Inter.

Credits: Andrea Rosito

 Un ulteriore passo in avanti per Brozovic, lo spostamento dal 4-2-3-1 al 3-5-2 nel 2019 con Conte. Con l’allenatore pugliese il croato mantiene a essere il battito, ma aumentando pure il raggio di azione. Da essere il primo ricevitore dai piedi di Handanovic (e nell’ultima stagione di Onana), a fare da tappabuchi sulle fasce, fino a proporsi al limite dell’area. Arrivano i primi trofei: lo Scudetto del 2021, quindi le quattro coppe con Simone Inzaghi, per il quale è così indispensabile che la sua assenza nel 2022 ha precluso la stagione in Serie A dell’Inter: 7 punti in 7 partite senza il croato. Nel 2022/23, invece, la soluzione è arrivata: lo spostamento di Calhanoglu al centro. Il minutaggio nell’ultima stagione è diminuito per Brozovic, ma la sua importanza non è diminuito, come dimostrato nel finale di stagione, fino alla finale di Champions League. E forse, l’unico neo è proprio quello per il centrocampista: tra Inter e Croazia, quattro finali europee giocate, altrettante sconfitte.

I meme: il Coccodrillo, “Epic-Brozo” e le gag con Barella

 

Credits: Andrea Rosito

 Protagonista non solo sul campo, ma anche sui social. Dalla virale foto, poi diventato meme e quindi tatuaggio “Epic Brozo”, con la mano posta sul volto, al “Coccodrillo”, la mossa che consiste nel rimanere sdraiati a terra dietro la barriera in occasione di una punizione avversaria, sdoganata dal croato nel 2018 al Camp Nou per una punizione di Luis Suarez e diventata poi azione “classica” del gioco. Infine, gli scherzi con Barella, compagno di centrocampo dal 2019: dalla esultanza “bomba” dopo un gol alla Roma nel 2021 al “Dove sei Bare?”, riproposto dal croato fino a questi giorni, ai quali il centrocampista sardo ha risposto: “Sempre alla tua destra”. Un messaggio che, però, probabilmente non corrisponderà più alla realtà sul campo.

Lorenzo Vero

Nato all’ombra della Torre Pendente nel giugno del 2000 e studente di Informatica Umanistica. Bastian contrario per natura, ho iniziato a seguire il calcio perché ai miei genitori non piaceva. Sin da quando ero un bambino riempio la testa dei miei amici con aneddoti calcistici di ogni genere. Con gli anni, assieme alla barba, è cresciuta anche la mia passione per questo gioco. L’obiettivo adesso è quello di raccontare in modo veritiero (con il cognome che mi ritrovo…) e appassionante anche la meno appetibile delle partite.

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