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Insigne-Toronto, la firma a Roma: il racconto

Irrinunciabile. E’ impossibile non partire da questo aggettivo per descrivere il momento attuale di Lorenzo Insigne. Una parola probabilmente che lo stesso calciatore si è ripetuto fino all’ultimo momento prima della firma sul contratto con il Toronto FC, avvenuta oggi in un noto albergo del centro di Roma. Il preferito da quell’Aurelio De Laurentiis, che solo sei mesi fa, proprio in una delle sale dell’hotel fece una conferenza stampa per ribadire la volontà di parlare di rinnovo con Insigne. Oggi la firma, sempre lì, ma con il club canadese che ha convinto Insigne con un’offerta economicamente, appunto, irrinunciabile: 11,5 milioni per 5 anni e mezzo più 4,5 di bonus.

 

 

Chi non avrebbe vacillato? Probabilmente nessuno, eppure Insigne e il suo agente Pisacane fino all’ultimo hanno atteso una controproposta del Napoli. Non certo un rilancio, impossibile a quelle cifre, ma almeno un miglioramento dell’unica offerta arrivata al capitano del Napoli, al ribasso rispetto all’attuale ingaggio.

Il Napoli ha deciso non ci fosse margine, Insigne dal canto suo ha atteso fino all’ultimo, senza neanche ascoltare le diverse offerte dei club italiani, e poi deciso. Facendo una scelta di vita, condivisa fin dalla firma di oggi con tutta la famiglia. Prima attorno ad un tavolo, nelle lunghe ore di attesa nella hall. Con il papà Carmine, la moglie, l’agente Pisacane e i tantissimi pensieri che saranno passati nella sua mente.

 

 

Ma a tutto c’è una fine. Anche ai rimorsi, di quello che sarebbe potuto essere e non è stato. C’è un club che ti ha voluto fortemente, ha mandato due emissari a Roma per te – Lino Di Cuollo consulente del Toronto FC e l’intermediario Andrea D’Amico. E’ arrivato il momento della firma, delle foto di rito e della telefonata di congratulazioni del presidente del club canadese. All’uscita dall’hotel non ci sono parole, assenti come i sorrisi. Ci sarà tempo per pensare, rimuginare e probabilmente accettare, davvero, il tutto. Il presente, almeno fino a fine stagione, si chiama Napoli.

Marco Juric

Aspirante scriba, si avvicina al calcio giocato grazie alla chioma fluente di Giovanni Cervone. Folgorato dalla prima autobiografia di Roy Keane, non si innamora del Manchester United, ma del Nottingham Forest. Dopo i primi trent’anni di osservazione partecipante, ha deciso di passare gli altri trenta che gli rimangono a scriverne.

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