Non si è trattenuto quando ha visto il tabellone luminoso indicare il suo numero: è uscito incredulo, ha fatto ampi gesti con le braccia mentre attraversava quasi tutto lo stadio, ha strappato il laccio legato al braccio, ha inveito contro la panchina. Ciro Immobile era una furia, non ha capito la scelta di Inzaghi di sostituirlo dopo un gol e una prestazione positiva.
Non ha fatto nulla per nascondere la propria rabbia, l’ha urlata al mondo. Anche allo stesso Inzaghi: “E’ incredibile, è incredibile”, ha ripetuto più volte mentre sfilava dietro l’allenatore biancoceleste per accomodarsi in panchina. Una reazione che ha portato alla risposta di Inzaghi: “Continua a ripeterlo…”, gli ha urlato andandogli a pochi centimetri dal viso: “È stata una reazione un po’ plateale – ha detto Inzaghi a Sky al termine della partita – Ciro è uno di quelli che soffre di più la situazione. A fine primo tempo non stava benissimo, anche per questo ho deciso di sostituirlo. L’ho lasciato fermentare un pochino, poi quando è venuto in panchina e continuava gli ho detto di smetterla. Ciro soffre, soffre, soffre: viveva male le due sconfitte consecutive”.
Immobile aveva appena scacciato i fantasmi di un lungo digiuno casalingo. Non segnava su azione all’Olimpico da novembre 2018, quasi anno fa. Un’eternità allontanata col diagonale propiziato dal lancio perfetto di Luis Alberto. Ha fatto gol, ha corso ovunque, aveva bisogno di una serata così per sentirsi di nuovo importante.
Con un colpo di tacco aveva liberato Correa in area prima della sostituzione. Poi è esplosa la rabbia, improvvisa. Voleva segnare ancora, anche perché il Parma gli porta bene. Contro la squadra gialloblù segna da quattro partite consecutive, una striscia positiva iniziata dalla stagione 2013/14, quando vestiva ancora la maglia del Torino. Si è ripetuto ancora, nella notte che ha messo a nudo le sue fragilità e la sua voglia di non fallire l’obiettivo. E’ un leader, sente la responsabilità, per questo viveva male il momento e le due sconfitte consecutive tra campionato ed Europa League. Con Inzaghi basterà una stretta di mano e una tirata d’orecchi, poi continuerà a segnare. Come ha sempre fatto.
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